venerdì, Marzo 29, 2024
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Scansatevi, le pietre vi rotolano addosso!

A quelli che hanno mostrato simpatia per questa modesta rivista va tutta la nostra riconoscenza. Ai tanti che (da più parti del vasto mondo, esempio: la copertina di Dick Hughes) ci hanno dato una mano disinteressata, gratitudine. Due paroline però vanno spese per quei pochissimi (in questa nostra piccola parte del pianeta) che, nel mondo dei gioielli e delle gemme, ancora considerano inopportuna la condivisione delle informazioni. E giudicano la connessione a più fonti quale un danno ad un loro diritto di controllo oligopolistico. Il fatto è che anche a Berlino Est non tutti furono veloci a capire che quelle che si sbriciolavano erano le pietre di un vecchio muro che pretendeva di dare una sola versione della realtà, semplice semplice, i buoni contro i cattivi. E così anche le pietre più preziose non hanno una sola verità. Non se ne stanno lì ferme a farsi ammirare nelle vetrine. Le pietre ci rotolano addosso perché sono inquiete. Sono oggetti dinamici e non statici, non sono scatolette inerti e senza storia. Se interrogate, ci rivelano tutto quanto è loro accaduto, a partire dalle manovre per il controllo delle aree minerarie. Svelano il percorso della distribuzione (supply chain) che non è certo un’autostrada scorrevole solcata dal camioncino di Fedex o UPS che ci consegna oggetti neutri come valute per le nostre austere casseforti. Le gemme hanno invece mille storie controverse, c’è sempre un significato da trovare. Basta aprire un giornale o guardare la TV e le pietre ci rotolano addosso. Cosa vuol dire Report, la testata d’inchiesta della RAI, quando punta il dito contro l’impropria e sleale concorrenza dell’intermediazione finanziaria (spalleggiata dalle banche) nel campo della vendita dei diamanti? Vuol dire semplicemente che esiste un meccanismo per far transitare al consumo le gemme a prezzi esorbitanti spacciandole per investimento. E questo accorgimento non è altro che la creazione subdola di un vuoto di informazione in un ambiente narcotizzato dalla antica ossessione di non spiegare troppo, non divulgare i segreti del mestiere, non dialogare con il consumatore. Invece la difformità di valutazione, meglio se garbata e costruttiva, è uno degli elementi costitutivi della gemmologia, come del resto di tutte le scienze sperimentali. In questo numero Jeffery Bergman ci descrive la storia dei bellissimi opali etiopi e dà conto di una controversia sul loro eventuale trattamento per impregnazione. Molti gemmologi si sono schierati su vari fronti nel dibattito: gli opali etiopi sono in larga parte riempiti di resine? Lo studio approfondito che pubblichiamo ci dimostra di no dopo un esteso lavoro di rilevazioni sul campo seguite da analisi approfondite. Molti piccoli operatori sono stati riabilitati, qualche grande esperto ha umilmente fatto marcia indietro. Sarebbe stato possibile se esistesse una sola versione delle cose in gemmologia?

Di Paolo Minieri, pubblicato su Rivista Italiana di Gemmologia n. 0, Gennaio 2017.

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