venerdì, Aprile 19, 2024
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Il diamante rubato

Nel 2012 la CONSOB, autorità che controlla in Italia il mercato finanziario, chiarì che i diamanti non possono essere considerati dei prodotti finanziari assimilabili per esempio ai fondi di investimento. Di conseguenza le migliaia di sportelli degli istituti di credito non potrebbero sollecitare l’acquisto di diamanti, che non sono una commodity come l’oro o il caffè, con offerte specifiche ai risparmiatori. Eppure, nonostante ciò, in Italia nel 2015 sono stati collocati diamanti per 300 milioni di euro tramite i canali bancari.

A nulla sono servite inchieste e denunce della stampa. Infatti il meccanismo si basa sul coinvolgimento di aziende di intermediazione. Ciò permette agli istituti bancari di vendere le gemme lasciando però a queste agenzie le firme dei contratti e le responsabilità legali e commerciali. Si lascia credere di aver ampliato il proprio portafoglio, ma il risultato è inquietante: i consumatori italiani stanno acquistando diamanti in Italia a quotazioni stellari, spesso almeno doppie, rispetto al valore medio segnalato dai principali listini del trading.

Queste agenzie di intermediazione fanno riferimento a listini piuttosto fantasiosi e cari che pubblicano periodicamente su prestigiosi quotidiani. Ma non sono che ingannevoli inserzioni pubblicitarie, anche se sembrano pagine ufficiali di quotazioni finanziarie di titoli. Inoltre non sussiste una concreta opzione di rivendita che garantisca con certezza il recupero del denaro spacciato come “investimento”.

Questo fenomeno è tutto nostro: non risulta che in altri paesi gli istituti di credito abbiamo così clamorosamente interferito con i canali distributivi tradizionali, in pratica i negozi di gioielleria. Loro possono vendere diamanti anche al prezzo doppio del Rapaport, mentre prestare del danaro appena sopra i tassi di interesse legali è ovviamente considerato un reato.

Cosa stanno facendo e cosa possono fare allora gli operatori del gioiello e delle gemme? Alcune associazioni di categoria hanno lanciato l’allarme ma questo non basta. Il segnale di contrasto deve essere di livello adeguato: noi lasciamo obbligazioni e fondi ai professionisti autorizzati, voi lasciate i diamanti a gemmologi e commercianti qualificati.

Di Sergio Sorrentino, pubblicato su Rivista Italiana di Gemmologia n. 1, Maggio 2017.

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