venerdì, Marzo 29, 2024
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Pietra preziosa, gemma, naturale, trattata, autentica. Di tutto questo, un giudice che ne sa?

Quante volte, se siete dei consumatori, avete comprato una gemma sulla base della semplice definizione fornitavi dal gioielliere? Quante volte avete venduto, se siete dei negozianti, una gemma (una pietra che voi ritenete tale) e ve ne hanno contestato il valore? Quanti di questi casi diventano contenziosi con risvolti giuridici? E quando è possibile ravvisare abusi o reati nell’uso scorretto della terminologia per irretire i clienti? Come si pronuncia un giudice quando gli si prospetta un caso di vendita di un rubino riempito con vetropiombo spacciato per rubino naturale senza trattamento? Il comportamento di un giudice italiano sarà diverso da quello di un francese, di uno statunitense, di un inglese? Quali sono i codici e le normative che regolano la giurisprudenza? La Rivista Italiana di Gemmologia irrompe nel delicato e decisivo ramo della gemmologia forense e scopre, oltre che la denominazione “pietra preziosa” giuridicamente piace più di “gemma”, che…

Scopri di più leggendo l’articolo pubblicato da Marco Calabrò nel nr. 3 della Rivista Italiana di Gemmologia.

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