mercoledì, Aprile 24, 2024
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Uno sguardo ai nemici del diamante. Il presunto primato etico dei diamanti sintetici e le difficoltà di mercato

Attacco al potere

Nell’Outlook Diamanti 2019 dicevamo che la stabilità è sfumata, i cambiamenti avanzano ed il diamante naturale, in un momento così instabile, deve difendersi da un gran numero di attacchi come in un action movie: quali superpoteri userà nostro super eroe Adamas per uscirne illeso come sempre?

I giovani ambiziosi sono spesso anche privi di scrupoli ed il diamante sintetico è uno di quelli. Il marketing dei produttori e dei distributori, utilizzando disinvoltamente le armi del richiamo etico e del green, cercano di conquistare quote tra i Millennials. Ma siamo sicuri che il diamante sintetico abbia già conquistato il rango di gemma più ecofriendly del nostro caro e vecchio diamante naturale? Dal punto di vista ambientale, forse sì. Ma dal punto di vista sociale, i diamanti naturali sono decisivi perché sono in grado di occupare un numero di addetti che la produzione dei diamanti sintetici non riuscirà mai a garantire. E non dimentichiamo che se quei posti di lavoro andassero perduti, a soffrirne sarebbero quei paesi che, in assenza dell’industria dell’estrazione, avrebbero ben poche alternative.

Riuscirà, il diamante sintetico, a conferire al pubblico la stessa magia di possedere qualcosa che all’interno delle sue faccette racchiude valore, forza, amore, mitologia? Non mi voglio dilungare sull’argomento etico, ma lasciatemi fare una domanda agli esperti del ramo. È più etico un diamante sulla mano della persona amata o nella vostra cassetta di sicurezza? Oppure, più etico di tutti e due, è il pieno di benzina che fate nella vostra auto?

Andiamo a vedere adesso come si sono comportati i mercati.

Il RapNet Diamond Index (RAPI) mostra la media prezzi per alcune misure molto vendute nell’ultimo anno.

Panico

Il clima di incertezza e di paura da parte di quegli operatori che non riescono a vedere un futuro chiaro si legge fra i grafici di andamento del mercato. Questo clima si è respirato anche in occasione delle ultime fiere di settore, tra cui Las Vegas (JCK) ed Hong Kong. L’industria diamantifera è corsa subito ai ripari, attuando una riduzione della produzione pari a circa il 30%.

I profitti per i produttori non sono mai stati così bassi e addirittura, come si evince dagli ultimi dati Rapaport, persino il recente taglio di prezzi del grezzo non ha contribuito a far ripartire il mercato così come vorrebbero i grandi investitori. A fomentare questo momento di incertezza, inoltre, vi sono anche i nuovi venti di guerra provenienti dagli USA verso il Medio Oriente, probabilmente causa del recente innalzamento del prezzo dell’oro. È la fine?

No. È un nuovo inizio: il mondo cambia velocemente, dobbiamo solo rimetterci al passo. Il diamante nei prossimi anni non vivrà i suoi anni migliori ma, sensibilizzando gli operatori del settore e spingendoli a rivedere l’approccio alla vendita dei diamanti naturali restituendo loro il valore – non solo economico – che si meritano e che rappresentano, sarà possibile riconquistare la consumer confidence minata dagli attacchi incrociati.

Di Sergio Sorrentino, pubblicato su IGR – Rivista Italiana di Gemmologia n. 7, Estate 2019.

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