venerdì, Aprile 19, 2024
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Zaffiri trattati combinando alta pressione ed alta temperatura. Come bisogna rivelare il trattamento?

Gli zaffiri sono al centro di una tra le più controverse questioni gemmologiche emerse a cavallo tra il 2018 ed il 2019. La questione riguarda il trattamento per riscaldamento in aggiunta di alta pressione praticato, a quanto si sa, in Corea da alcuni anni. L’impresa che ha sviluppato il trattamento non ha fornito dettagli sulla tecnica produttiva, ma si pensa che essa sia simile a quella utilizzata per i diamanti sebbene con diversa procedura. Si sa inoltre che i materiali usati all’origine da questa tecnica sono per lo più zaffiri molto chiari provenienti dallo Sri Lanka e che nel processo di miglioramento non v’è aggiunta di elementi chimici. Molti operatori hanno fatto sapere che in quel Paese i prezzi di alcuni zaffiri grezzi, precedentemente ritenuti inadatti ad un trattamento termico tradizionale, sono inaspettatamente aumentati.

Nel 2015 questo nuovo tipo di zaffiri è apparso in modo più consistente sul mercato generando qualche incertezza, obbligando così i maggiori laboratori internazionali a lavorare per la loro identificazione. E così si è reso necessario decidere come dar conto di questi zaffiri. Quello stesso anno il GRS ha deciso di procedere ad una rendicontazione separata di quelli che ha ribattezzato zaffiri PHT (trattamento di Pressione Alta Temperatura) da quelli sottoposti a trattamento convenzionale di riscaldamento. L’ultimo aggiornamento esplicativo del GRS è stato pubblicato nel gennaio 2019.

Zaffiri riscaldati tramite un nuovo trattamento scorrettamente definito come HPHT. (Foto: LMHC Press Release)

Nel 2016 il GIT ha rilasciato un aggiornamento sul tema che rivelava che: “quegli zaffiri mostravano la presenza di un’unica banda di assorbimento centrata attorno a 3040-3050 cm-1 sullo spettro IR”. Per tale motivo quest’Istituto Gemmologico Thailandese ha deciso, ogni qual volta si fosse imbattuto in quelle ampie bande di assorbimento ritenute diagnostiche, di puntualizzare nei commenti dei propri report: “Prove gemmologiche portano a pensare che ci sia stato un miglioramento con un processo di Alta Pressione ed Alta Temperatura”. Anche l’AGTA, American Gem Trade Association, ha deciso nel Novembre 2018 di dichiarare in modo distinto il trattamento che combina pressione ad alta temperatura.

Ma questa politica non è stata seguita da LMHC (un Comitato di Armonizzazione che raggruppa importanti istituti quali: CGL, CISGEM, DSEF, GIA, GIT, Gübelin Gem Lab e SSEF) che in un comunicato stampa del novembre 2018 afferma che il nuovo trattamento per riscaldamento dello zaffiro “viene denominato scorrettamente come Alta Pressione-Alta Temperatura (HPHT) […] La conoscenza scientifica attuale ed i dati disponibili presso i laboratori LMHC indicano che […] il trattamento è essenzialmente una forma di riscaldamento, ed in quanto tale è simile alle tecniche di riscaldamento più conosciute. Di conseguenza non richiede al momento alcuna specifica referenza nei report di laboratorio dei membri LMHC”. Al momento questi diversi punti di vista alimentano un animato dibattito nei Social Media tra operatori e gemmologi. Gli argomenti in discussione, al di là della questione sulla necessità o meno della rivelazione del trattamento e sulle sue eventuali modalità, sono incentrati sull’osservazione al microscopio delle caratteristiche che ne possano aiutare il rilevamento. Questo è un punto cruciale per i piccoli laboratori che non dispongono di apparecchiature spettrofotometriche.

Per ulteriori approfondimenti si riportano qui sotto alcune fonti:

Gem News pubblicata su IGR – Rivista Italiana di Gemmologia nr. 6 – Primavera 2019

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