La stampa del Myanmar rende noto che in Parlamento sono passate nuove regole per il settore delle pietre preziose. Al momento in cui questo articolo è stato redatto i siti governativi non pubblicano una versione completa in inglese, ed è disponibile solo una bozza elaborata nel 2016 come parte di un’iniziativa multilaterale. Questo documento, secondo molti osservatori, potrebbe annunciare dei cambi significativi nella gestione mineraria, principalmente nei permessi di produzione e sfruttamento, nell’utilizzo della terra, nella supervisione governativa, nelle royalties e nelle multe, nel modo di considerare l’ambiente e l’impatto sociale e negli adempimenti di Responsabilità Sociale.
Il settore minerario del paese continua ad avere leggi, regole e contratti per la giada e le gemme differenti da quelli per altri minerali. La giada è di gran lunga il prodotto che più contribuisce alla ricchezza del paese, rispetto agli spinelli ed ai corindoni della Valle di Mogok. Questi ultimi, soffrendo della concorrenza dei rubini mozambicani, sono oggetto di studi per migliorare la trasparenza della catena di fornitura. Si pensa che l’approvazione della nuova legge riattiverà la concessione di permessi per le pietre dopo un’interruzione di due anni decisa dalla National League for Democracy (il partito del premio Nobel Aung San Suu Kyi), vincitore delle elezioni del 2015. Il clima generale del paese, nella transizione verso la democrazia, sembrerebbe dunque favorevole a cambi politici ed economici significativi, attraendo investimenti stranieri segnatamente nel settore minerario. Nei prossimi mesi si potrà valutare meglio se ci sarà un nuovo assetto e quanto profonde saranno le eventuali riforme.
Gem News pubblicata su IGR – Rivista Italiana di Gemmologia nr. 6 – Primavera 2019
