domenica, Aprile 28, 2024
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Il futuro dei rubini è nelle aste

Lo sfruttamento artigianale è in declino. Ma per i rubini siamo in presenza di un mercato che vale circa 2 miliardi di US$ e che copre ancora solo una piccola frazione della torta da 250 miliardi dei beni di lusso. Industrializzare l’attività mineraria su grande scala obbliga a reperire grandi capitali di rischio. Le aste programmate periodicamente sono lo strumento per assicurarsi cash flow e per ricompensare gli investimenti con ricavi certi.

Figura 1 – Un’eccezionale pietra dall’asta Gemfields del Novembre 2017 dal peso di circa 15 carati, mostrata qui sotto una luce incandescente. La torcia viene attentamente utilizzata per verificare possibili fratture. (© Vincent Pardieu)

Ecco, la direzione è presa ma i risultati sono altalenanti. Il 30 ottobre s’è conclusa l’asta inaugurale di Mustang, una nuova società mineraria quotata in borsa in Australia ed impegnata nell’area di Montepuez in Mozambico. Nel paese africano Mustang dispone di licenze per lo sfruttamento di 19.500 ettari adiacenti agli spazi dell’impresa leader Gemfields. Mustang ha lavorato tenacemente per arrivare all’appuntamento con un ricco inventario in offerta. La prima ed ormai storica asta di rubini aveva generato per Gemfields, nel giugno 2014, un afflusso incoraggiante di 33,5 milioni di US$.

Figura 2 – In alto, rubini scuri dall’area di Mugoto, nei pressi di Montepuez, offerti nell’Asta Gemfields di Singapore. Queste pietre sono tipiche dei depositi secondari, con la loro superficie leggermente abrasa derivante da milioni di anni in ghiaia. Dal punto di vista commerciale la cosa positiva di questi depositi è che hanno un’altra concentrazione di pietre pulite, dato che quelle piccole e fratturate col tempo si trasformano in sabbia. (© Vincent Pardieu)
Figura 3 – Rubini dall’area licenziata di Mustang (a destra) hanno solitamente un basso contenuto di ferro e, allo stesso tempo, appaiono più rosa, più brillanti e più fluorescenti rispetto a quello delle vicine location di Gemfields (Mugloto/Macgamba). (© Vincent Pardieu)

Però, per propria stessa ammissione, i risultati dell’esordio di Mustang non sono stati positivi. S’è collocato solo il 7% dell’offerta pari a 29.463 carati (da 4,6 a circa 1450 US$ per carato, con costo medio di 18,56 per carato e volume totale venduto di circa 547.000 US$). Si paga probabilmente lo scotto del debutto. Il materiale offerto non era infatti selezionato in lotti sufficientemente grandi da corrispondere alle fasce maggiormente richieste da un mercato oggi molto orientato a offrire misure calibrate e colorazioni omogenee. A questi errori si tenterà di porre rimedio per il prossimo appuntamento fissato per il 2018. Nel frattempo i piani di ampliamento delle attività produttive sono stati posticipati ed il Direttore Responsabile Christiaan Jordaan è stato costretto a rassegnare le dimissioni. Si pensava infatti di estrarre fino a due milioni di tonnellate dalle circa 400.000 attuali. Record assoluto invece per Gemfields che a novembre ha collocato rubini grezzi per quasi 55 milioni di US$, performance che replica il ricavo di giugno e che ha fatto cumulare a 340 milioni il risultato complessivo delle vendite di rubini grezzi a partire dal 2014.

Figura 4 – Una meravigliosa pietra grezza da 14,24 carati presentata come la più grande dell’asta di rubini Mustang. I rubini amano la luce incandescente (a sinistra), poiché appaiono più rossi. D’altra parte, sotto la luce fluorescente (a destra) la pietra appare più violacea. Di solito, prima di prendere la decisione finale d’acquisto, gli acquirenti amano studiare le pietre attraverso fonti di luce differenti. Questo pezzo è lungi dall’essere un lavoro facile per i tagliatori. (© Vincent Pardieu)

Vincent Pardieu (Vincent Pardieu Consulting), specialista di Rubini del Mozambico, ha partecipato alla maggior parte delle aste di Gemfields, oltre ad aver inaugurato l’asta di Mustang. Ha documentato il materiale offerto nei lotti attraverso informazioni di prima mano.

Pardieu è l’autore dell’articolo “Gemme, miniere e conservazione in Mozambico e Madagascar”, pubblicato sul numero 2 della Rivista Italiana di Gemmologia (Settembre 2017).

Come conciliare miniere di rubini e riserve protette? Forse i rubini possono salvare la vite dei leoni. Ed al nuovo pubblico delle gemme questa prospettiva serve.

A cura di Paolo Minieri, pubblicato su IGR – Rivista Italiana di Gemmologia n. 3, Gennaio 2018.

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