giovedì, Aprile 25, 2024
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E ora dove prenderemo i diamanti rosa? La miniera Argyle di Rio Tinto, famosa in tutto il mondo, interrompe la produzione dopo 37 anni

Gli appassionati di diamanti rosa sono preoccupati: si stanno chiedono da dove potranno venire in futuro queste gemme rare e contese. In seguito ad una decisione presa qualche tempo fa, il 3 novembre 2020 la miniera di diamanti Argyle di Rio Tinto, situata nella regione del Kimberley orientale, nel remoto nord dell’Australia occidentale, ha interrotto le sue operazioni minerarie iniziate nel 1983. Ci sono molte ragioni per cui Argyle rimarrà nella storia dell’estrazione dei diamanti. Ha per esempio modificato tutte le conoscenze geologiche su cui questa si incentrava quando era basata interamente sugli storici giacimenti sudafricani. L’area di Argyle è caratterizzata infatti da una struttura differente di formazione, così come sono differenti i minerali indicatori e la roccia ospite, la lamproite.

Argyle è stato il primo sito minerario australiano di diamanti su larga scala, il quarto più grande al mondo. Ha prodotto 865 milioni di carati di diamanti grezzi (il picco è stato registrato nel 1994, con 42,8 milioni di carati). Lo sfruttamento è avvenuto a cielo aperto fino al 2013, anno in cui le operazioni sono divenute “underground” con l’innovativa tecnica block-cave in cui si procede in sotterraneo.

Ma l’aspetto più importante di tutti è il fatto che Argyle era diventata la fonte mondialmente riconosciuta di diamanti rosa di alta qualità, arrivando a produrre il 90% dell’offerta globale di gemme rosa vivido. Ma non mancavano anche rari diamanti blu e rossi, gialli, incolori, nonché i meno celebri ma abbordabili diamanti brown. Questi costituivano l’80% della quantità estratta e sono stati largamente utilizzati dall’industria indiana del taglio alla fine degli anni ’90.

A partire dal 1985, i diamanti dal rosa al rosso più straordinari prodotti ogni anno da Argyle sono stati venduti pezzo per pezzo in aste speciali note come “tender”, eventi su invito riservati a circa 100 collezionisti ed a grandi case di gioielleria. Le aste di Argyle hanno continuato, anno dopo anno, a far crollare record, con un aumento del 500% dei ricavi negli ultimi due decenni. Ciò può essere spiegato dall’oggettiva rarità di queste gemme ma anche dall’annuncio che sarebbero state prodotte solo fino alla fine del 2020. Tra i 62 diamanti dell’asta 2020 figuravano sei pietre cui s’è assegnato un nome proprio, tra essi spiccano un ovale grigio scuro-violetto da 0,70 carati denominato Infinité fino all’Argyle Eternity rosa violaceo rotondo a taglio brillante da 2,24 carati. La chiusura della miniera di Argyle avviene in un periodo di aumento della domanda e di produzione molto limitata.

Quali sono le prospettive per il futuro? India, Brasile, Angola e Russia, per citarne alcuni, sono paesi produttori di diamanti fancy ma tuttavia nessuno di questi può eguagliare la magnificenza delle pietre di Argyle, in particolare l’esclusiva tonalità “bubble gum” propria di alcuni dei suoi famosi diamanti rosa. Anche in Australia la sfida è già iniziata, sempre nel territorio occidentale. La miniera di Ellendale verrà rimessa in produzione, ma questa volta il colore dei diamanti sarà giallo e il più importante cliente, grazie ad un accordo speciale di marketing, sarà Tiffany & Co.

Gem News pubblicata su IGR – Rivista Italiana di Gemmologia n. 11, Inverno 2020-21

Gli “Argyle Pink Diamonds Tender 2020 Heroes”. (Foto: RioTinto)
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