venerdì, Aprile 26, 2024
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Aggettivi vs. Numeri. A proposito dei Sistemi di Classificazione delle gemme, vecchi e nuovi

Di solito, si stendono tappeti rossi – anche magari di semplice formale cortesia – a proposte intese, dai loro autori, come innovative. Visto che mi si dà l’occasione di argomentare a ruota libera, allora io sarò il vostro Grillo Sparlante, quello che va controcorrente, senza accenti encomiastici e toni agiografici. A distanza d’una settimana l’uno dall’altro, ecco che mi raggiungono ben due comunicati. In ambo si danno – è giustappunto il caso – i numeri.

Il primo, provenienza zhōngguó (中國) o Regno di Mezzo, annunzia la Nuova Via della Seta nel Sistema di Classificazione e Valutazione del Diamante. Lo definisce “un sistema capace di rivoluzionare le correnti pratiche in uso nell’industria gioiellier-orafa, mediante l’impiego d’una tecnologia che porrà le basi di nuovi standard per la stessa”. Di che si tratta? D’una conversione ed omologazione – tramite un non ben specificato motore di ricerca alternativo – di tutta la classica normativa utilizzata per l’assegnazione del grado di Purezza e di Colore d’un diamante. Vade retro colore D o H o J. Via il ciarpame di termini come IF, VVS, VS et alia e si perda pure il ricordo degli attributi che qualificano il Taglio, quali Excellent, Very Good, Good, Fair/Poor. Il motore AI esprimerà il tutto in termini numerici, compresi gli altri due fattori qualitativi costituenti il famoso quadrinomio delle “4 C”, tramite le meraviglie dell’intelligenza artificiale e della tecnologia Blockchain.

Chow Tai Fook, catena cinese del lusso alla testa d’un impero di 6.000 punti vendita, proclama che si tratta di un sistema “amico del consumatore” (ché, quello in uso ne è nemico?). Ma come funziona? Dettagli non se ne hanno e non si sa come il sistema verrà convertito in termini monetari equipollenti a quelli internazionalmente vigenti. Qui siamo alla palingenesi salvifica, se non al delirio d’onnipotenza. Alla faccia della trasparenza!

Padrone di far gli affari tuoi a casa tua, ma se mi vuoi sovvertire il sistema (anche solo di classificazione del diamante) a livello planetario, vorresti cortesemente raccordarti anche con i rimanenti 6,4 miliardi di umani (o chi per essi) che pullulano in questo globo terraqueo, o pensi di cambiare il mondo come cavolo ti pare e piace?

Il secondo comunicato emana invece da Lucerna, Confederazione Helvetica e se ne dà conto in dettaglio in questo numero. Non v’è sentore, nel Gübelin Gem Lab, di palingenesi o di iattanza. Tutt’altro. Si rende noto, urbi et orbi, d’un cambio di passo nel Sistema di Classificazione e Valutazione delle Gemme di Colore colà praticato. Pure qui, numeri al posto di attributi (precedentemente impiegati). 92,5–94,9 al posto di Excellent. 85,0–89,9 en lieu di Fine. 80,0–84,9 in luogo di Good. Con ogni probabilità il meritato credito di Gübelin farà sì che i nuovi standard saranno accettati dagli operatori.

Il Grillo Sparlante però fa notare che sì, è vero: le valutazioni – quando si parla di diversi parametri/fattori qualitativi (Trasparenza, Colore, Taglio, nelle loro svariate componenti e nelle loro differenti articolazioni) – vengono meglio espresse ricorrendo a graduazioni numeriche, a finalità di media aritmetica. Ma non è altrettanto vero che nel giudizio finale che le assomma e le sintetizza, vengono tradotte e formulate in attributi?

Bene, andiamo subito sul pratico. Voi, posti fisicamente di fronte all’opera, nel rimirare i giochi di luci e colori della “Ragazza con l’orecchino di perla” del Vermeer, esprimereste il vostro stupore ed ammirazione con uno “splendido, incantevole, superlativo!” oppure con un “99,9%!”? E se aveste davanti “La Pietà” del Michelangelo? O qualsivoglia d’altro la cui intrinseca natura manifesti e susciti in voi bellezza, estrinsechereste il tutto ricorrendo ad attributi/aggettivi, oppure ad “enti atti a fornire una valutazione d’ordine quantitativo” (i numeri)? Non c’è bisogno di scomodare la psicanalisi junghiana per afferrare la diversificazione simbolica tra un attributo ed un numero, laddove questo freddamente esprime “un ente costitutivo d’una successione ordinata atta a fornire una valutazione precisa d’ordine quantitativo”.

(Foto: Juan M Romero/Wikimedia Commons, License CC BY-SA 4.0)

E che, quantifichiamo la bellezza, i sentimenti, le emozioni ed i “sogni” che questi suscitano, affidandoci magari ad un algoritmo? E la gemma, è o non è – per definizione – “un materiale solido, d’origine naturale inorganica od organica, possedente attributi qualitativi che ne determinano l’attrattiva ed il conseguente valore, quali la Rarità, la Bellezza e la Durevolezza”?

Bellezza, attuale o potenziale, intesa come “sommatoria di intrinseche proprietà ottiche che il taglio farà risaltare, quali colore, trasparenza, brillantezza, dispersione, pleocroismo, lucentezza, qualità capaci di soddisfare l’individuale senso estetico dell’osservatore”. Bellezza che alimenta i vostri sogni, in tutte le loro accezioni. Ma, i sogni, non son forse il linguaggio dell’inconscio? E, tal linguaggio, non si manifesta sotto forma di simboli piuttosto che di numeri?

Sarà questo il terreno su cui si giocherà la partita della predilezione – da parte del pubblico acquirente costituito prevalentemente da quell'”altra metà del cielo” così sensibile al bello, al sentimento, all’emozione ed ai sogni – d’una metodica qualificante rispetto ad un’altra. Concedete un’ultima cattiveria al Grillo Sparlante: non è per caso che una delle motivazioni dell’innovazione numerica sia stata quella di togliere il velo a quel fattore di soggettività che si può celare in un aggettivo, tale per cui – come si dice a Napoli – “ogni scarrafone è bello a mamma sua”? Allora che si dovrà dire di quel fattore “Salience” tradotto con “Rilevanza”? Come andrà a finire? Chi vivrà vedrà.

Di Luigi Costantini (alias “il Grillo Sparlante”), pubblicato su IGR – Rivista Italiana di Gemmologia n. 11, Inverno 2020-21

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2 Commenti

  1. Un grande Luigi Costantini con argomenti di certo condivisibili, é un era dove regna sovrano l’obolo e la potenza delle aziende.
    Il gemmologo resta un cavaliere che combatte con l’arco e con la spada.
    Dr. Pivari

    • Caro Fabio,

      Grazie dell’ apprezzamento e della condivisione. Son pienamente consapevole che un cavaliere che oggi combatta con arco e spada contro potenze economiche rigurgitanti di dobloni fa la fine del povero Don Chisciotte della Mancia, ma una soddisfazione – almeno – la si prova : quella di gettare un granellino di sabbia in quei ben oliati meccanismi, oltreché quella di fungere da formichetta rossa infilata nelle parti posteriori basse, ché fa il rimaner seduti non più un tanto comodo sollazzo….

      Cordiali saluti,

      Luigi Costantini
      Alias Grillo Sparlante

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