sabato, Aprile 27, 2024
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Lo spinello termodiffuso al cobalto

Contrariamente a quanto avvenuto per il corindone, lo spinello non è praticamente mai stato soggetto a trattamenti migliorativi sino a pochissimo tempo fa. Il motivo risiede nella sostanziale inefficacia di metodi che nel caso di altre gemme producono effetti significativi; il riscaldamento è un tipico esempio. Si tratta di una pratica ormai, in alcuni casi, largamente accettata dal mercato e utilizzata per abbellire artificialmente molteplici materiali gemmologici; tuttavia, nella stragrande maggioranza dei casi, nello spinello non consente di ottenere miglioramenti evidenti né a carico del grado di purezza, né nel colore. Alcuni spinelli blu sono famosi nel mondo e richiestissimi per lo straordinario tono e saturazione del colore dovuti alla presenza di cobalto come elemento in traccia in associazione ad una certa quantità di ferro. Questo straordinario materiale può avere provenienze diverse: Sri Lanka ad esempio, Tanzania o Vietnam, dove nel distretto di Luc Yen, dal 2008 vengono estratte, purtroppo in quantità non significative, splendide pietre quasi subito denominate “windex blue” a causa della somiglianza del colore con quello di un diffusissimo prodotto per la pulizia dei vetri.

Data la scarsità di questa particolare gemma e la incessante domanda di materiali sempre di più considerati valido investimento per la loro bellezza e limitata disponibilità, non ci è voluto molto prima che gli esperti, sempre solertissimi ed instancabili “burner”, si cimentassero nel tentativo di riuscire a simulare questo miracolo di madre natura.

Fig. 1 – Splendidi esemplari di spinelli blu cobalto naturali. Grezzo in matrice, ottaedro grezzo ed esemplare faccettato – Tanzania.Per gentile concessione di Pala International – www.palagems.com

Materiali e metodi

4 esemplari aventi massa da 0,77 a 4,06 carati sono stati acquisiti a Bangkok dal Sig. Antonino Di Salvo, dichiaratosi socio di chi effettua il trattamento sul materiale, a suo dire, naturale ed incolore. Le caratteristiche interne sono state osservate a mezzo microscopio stereoscopico Bausch & Lomb Stereozoom 7 in illuminazione a campo scuro, illuminazione diretta, diffusa a mezzo fibre ottiche alogene dolan jenner e allo Xeno, Cermax. L’analisi in immersione di ioduro di Metilene è stata effettuata a mezzo base customizzata orizzontale con testa B&L SZ7 e cella Eickhorst.

Fig. 3 – Campioni di spinello termodiffuso al cobalto utilizzati per questo articolo

Gli spettri a fotoluminescenza sono stati registrati a temperatura ambiente mediante Spettrometro GemmoRaman532 Scientific Grade con emissione laser a 532 nm, risoluzione 0,3 nm, lunghezze d’onda comprese tra 535 e 765 nm di cui sono state di seguito riportate esclusivamente le sezioni significative (635-725 nm ). Gli spettri in assorbimento non polarizzati sono stati registrati a temperatura ambiente mediante spettrometro UV-Vis-NIR GemmoSphere, risoluzione 1 nm, lunghezze d’onda comprese tra 365 e 1050 nm.

Fig. 3 – Particolare di una frattura da risanamento. Le canalizzazioni appaiono modificate ed interconnesse a causa del riscaldamento. In primo piano una frattura affiorante con intensificazione del colore, probabilmente dovuta a penetrazione del Cobalto – campo scuro e fibra ottica – 40X

Risultati delle analisi

L’osservazione al microscopio fornisce una serie di indizi piuttosto semplici da rilevare se si ha un po’ di esperienza. Come abbiamo detto, il riscaldamento nello spinello viene praticato molto di rado visti i risultati scadenti in termini di miglioramento. I casi molto rari in cui questo trattamento viene effettuato riguardano quasi esclusivamente pietre rosse da cui si vuole rimuovere una componente secondaria poco attraente del colore. Le fratture risanate che presentano canalizzazioni interconnesse, tipiche degli zaffiri riscaldati, costituiscono già un primo campanello d’allarme (figura 3). Un indicatore è lo stato plasticamente deformato dei cristalli, se presenti. Una colorazione più intensa concentrata sulle fratture affioranti può essere già osservata in campo scuro. Utilizzando illuminazione radente a mezzo fibra ottica, il fenomeno è maggiormente evidente. Alcune canalizzazioni possono presentare un innaturale addensamento di colore (figura 4). L’osservazione in immersione consente di evidenziare maggiormente concentrazioni e zonature del colore: la figura 5 ne è un esempio evidente. Per verificare empiricamente la profondità che la diffusione del cobalto raggiunge all’interno della pietra, da un campione è stata ricavata una sezione sottile di 0,3 mm di spessore (figura 6). Come si può osservare,la penetrazione per un campione di queste dimensioni (5,38 mm) è maggiore rispetto a quella causata dalla termodiffusione superficiale dello zaffiro. Tuttavia, niente di lontanamente comparabile a quello che avviene con la termodiffusione al Berillio che, in molti casi provoca una propagazione totale del colore all’interno della pietra.

Fig. 4 – Concentrazioni di colore in canalizzazioni – Campo scuro e fibra ottica – 60X penetrazione del Cobalto – campo scuro e fibra ottica – 40X
Fig. 5 – Frattura da risanamento affiorante con concentrazione di colore – Immersione in ioduro di metilene – 40X

Fotoluminescenza

La spettroscopia a fotoluminescenza è un metodo molto efficace per l’analisi dello spinello. La presenza di Cr3+ provoca una stretta banda dominante a 685,35 nm accompagnata da una serie di caratteristiche strutture che si estendono sino a 725 nm conosciute in ambito gemmologico come “canne d’organo”. L’ampiezza delle bande è strettamente correlata all’ambiente in cui gli ioni di Cromo sono integrati. All’aumentare del disordine dei cationi all’interno della struttura cristallina generato dal riscaldamento, si ha un incremento dell’ampiezza delle bande ed uno scostamento del picco prinicipale verso l’infrarosso. Gli spinelli termodiffusi al cobalto presentano la banda principale più ampia scostata verso l’infrarosso terminante in due picchi distinti a 685,70 nm e 687,20 nm. A temperature molto elevate si può avere una completa “fusione” delle bande minori in una struttura unica. E’ il caso dello spinello sintetico (figura 8).

Fig. 6 – Sezioni sottili a confronto. In alto a sinistra 2 campioni di zaffiro termodiffuso superficialmente, la colorazione non è permeata che di pochi centesimi di mm sotto la superficie. In alto a destra campioni di zaffiro termodiffuso al berillio, in questo caso la diffusione del colore è pressoché totale. In Basso esemplare di spinello termodiffuso al cobalto, la penetrazione è sufficiente ad evitare che si manifesti la concentrazione di colore sugli spigoli.
Fig. 7 – Campione di spinello termodiffuso al cobalto a seguito segaggio per esecuzione sezione sottile. Benchè la superficie non sia lapidata, la concentrazione periferica del colore è evidente quanto il “core” praticamente incolore – Campo scuro e fibra ottica – 15X
Fig. 8 – Spettri a Fotoluminescenza. Negli spinelli non trattati il picco principale del cromo a 685,35 nm è seguito da un certo numero di altri sino a 720 nm. Nei campioni termodiffusi si ha uno scostamento verso l’infrarosso, sdoppiamento e allargamento della banda principale e delle secondarie dovuto all’accresciuto disordine all’ineterno della struttura cristallina. Si noti l’ulteriore scostamento della banda principale nel materiale sintetico.

UV-Vis-NIR

Lo spettro di assorbimento comparativo tra campioni di spinello al cobalto non trattati e gli esemplari termodiffusi ci mostra per entrambi i tipi una marcata banda composita di assorbimento tra i 500 e i 650 nm (dovuta sia a Fe2+ e Co2+), due finestre di trasmissione nel violetto (400- 500 nm) e nel rosso (nello spettro in figura è parzialmente visibile ma va dai 600 a 700 nm) .Le maggiori differenze si evidenziano nell’area UV tra 370 e 400 nm, dove, ai 2 picchi tipici nei non trattati dovuti al Fe2+ (372 nm e 386 nm), i campioni trattati esibiscono un marcato picco a 389 nm e successivo completo assorbimento a lunghezze d’onda inferiori (Figura 9).

Fig. 9 – Spettri UV-Vis – differenze sostanziali negli spettri possono essere osservate solo nell’ultravioletto

Identificazione e osservazioni

Le pietre si presentano di un blu estremamente saturato e, in alcuni casi, quasi irreale; decisamente un aspetto non comune. La penetrazione relativamente profonda del colore non consente di poter fare affidamento sull’osservazione al microscopio come metodo effettivamente ed univocamente diagnostico nell’identificazione di questo materiale. Importanti indicatori come la concentrazione del colore in fratture da risanamento parzialmente affioranti e l’aspetto tipico delle inclusioni morfologicamente alterate dall’esposizione ad alte temperature, tuttavia, costituiscono più di un campanello d’allarme per il gemmologo esperto. La spettroscopia a fotoluminescenza costituisce probabilmente il metodo maggiormente efficace; ovviamente l’analisi della composizione chimica a mezzo diffrattometria ai raggi X può rilevare il trattamento in modo altreattanto definitivo. La Spettroscopia UV-Vis-NIR non fornisce dati sufficientemente esaustivi benchè, in casi purtroppo molto rari, la presenza del cromo sia rilevabile e, di conseguenza, misurando l’esatta posizione della banda, sia possibile apprezzare se sia avvenuto o meno uno spostamento verso l’infrarosso causato da eventuale riscaldamento.

Fig. 10 – Frattura risanata con pesanti modificazioni morfologiche dovute all’esposizione ad alte temperature, presenza di sostanza colorante infiltrata. Campo scuro e fibra ottica – 40X

Conclusioni

Gli spinelli termodiffusi al cobalto, se commercializzati dichiarandone responsabilmente i trattamenti migliorativi, rappresentano una valida opportunità per consentire ad un vasto pubblico di accedere a gemme dotate di caratteristiche di tono e saturazione particolari tipiche di materiale purtroppo divenuto quasi inaccessibile. Il trattamento non presenta particolari problematiche per essere individuato da un gemmologo esperto. A differenza di materiale trattato per impregnazione con vetro al cobalto, la termodiffusione presenta caratteristiche di stabilità elevata e non necessita di peculiari cautele nell’uso.

Fig. 11 – A sinistra tre campioni trattati (fila superiore) fotografati assieme a tre zaffiri blu impregnati con vetro al cobalto. E’ evidente la maggiore omogeneità di colore degli spinelli dovuta alla tremodiffusione. A destra le stesse pietre fotografate con interposizione di un filtro Chelsea.

Bibliografia

Sudarat Saeseaw, Vararut Weeramonkhonlert, Charuwan Khowpong, Nattida Ng-Pooresatien and Supharart

Sangsawong, Victoria Raynaud, and Claire Ito – (2015). “Cobalt Diffusion of Natural Spinel: a report describing a new treatment on the gem market” – GIA Research news.

Boris Chauviré, Benjamin Rondeau, Emmanuel Fritsch, Phillipe Ressigeac, and Jean-Luc Devidal (2015). “Blue Spinel from the Luc Yen district of Vietnam.” Gems and Gemology 51(1): 2-16.

D’Ippolito, V., Andreozzi, G.B., Halenius, U., Skogby, H., Hametner, K., Gunther, D. (2015). “Color mechanisms in spinel: cobalt and iron interplay for the blue color “ Phys Chem Minerals 42: 431–439.

D’Ippolito V (2013) Linking crystal chemistry and physical properties of natural and synthetic spinels: an UV–VIS–NIR and Raman study. PhD Thesis, Sapienza Università di Roma, p 237

 

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A cura di Alberto Scarani e Mikko Åström, pubblicato su Trasparenze News nr. 0, Giugno 2016.

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