sabato, Aprile 27, 2024
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Le vostre amiche inclusioni. Il detective al party delle inclusioni. Seconda puntata

Torniamo, dicevasi, all’ambiente genetico, se si vuol (repetita iuvant):

  1. Dar conto della forma, del colore, della trasparenza o meno, della posizione e dell’orientamento della/e inclusione/i presente/i nella pietra in esame, oltreché della/e sua/loro associazione/i con altra/e inclusione/i, sul loro aspetto globale d’insieme e quant’altro di rilievo ai fini diagnostici;
  2. Risalire, da queste peculiarità, al processo naturale od artificiale, a seconda del caso, che ha dato origine al loro formarsi e, per traslazione, al formarsi delle Sostanze Naturali, Sintetiche od Artificiali, a seconda del caso, che le ospitano. Fatta eccezione per inclusioni “indotte” che siano il risultato d’un Trattamento (es. residui in Fratture di Risanamento in Termo-Trattamenti di Rubini e Zaffiri, varietà di Corindoni, Riempimenti/Otturazioni di fessure e/o cavità nelle medesime pietre e pure nello Smeraldo, varietà di Berillo), d’una gemma naturale, l’equivalenza “processo di formazione = tipo di inclusioni = natura della sostanza ospitante = origine (naturale o sintetica o artificiale)” della sostanza, tiene a meraviglia;
  3. Pervenire ad un attendibile giudizio diagnostico atto a definire la natura ovvero l’origine (naturale o sintetica, e non intesa come origine geografica) del materiale in esame.
Fig. 1 – Inclusioni di cristalli di Calcite, Pirite e Quarzo in Turchese. (Foto: IGI International Gemological Institute Italy)
Fig. 2 – Inclusioni di Feldspato ed Albite in Acquamarina. (Foto: IGI International Gemological Institute Italy)

Chiediamoci, in ouverture, quali possano mai essere questi ambienti genetici. “Elementare, Watson”. Da quanto sopra affermato:

1. Ambiente naturale, per le sostanze naturali. Intendendo, per ambiente naturale : la Litosfera del Pianeta Terra, ovvero il suo involucro solido più esterno, dello spessore di 70-113 km, detto anche Crosta Terrestre. Involucro composto per il 95% da Rocce Ignee o Magmatiche e per il 5% da Rocce Metamorfiche e Sedimentarie con prevalenza di minerali di silicio (Si) e alluminio (Al), donde la denominazione di SiAl. Involucro formatosi in seguito al processo di raffreddamento d’una massa primamente allo stato gassoso, poi liquido e successivamente solido (nella parte crostale), in cui ebbero luogo – da 4,5 miliardi di anni a questa parte – tutti quegli irripetibili processi geologici naturali generatori di minerali, rocce, gemme e quindi anche di inclusioni. Inclusioni che, lo si tenga sempre ben presente, se son solide sono esse stesse dei minerali. Minerali/cristalli inclusi in altri minerali/cristalli (le gemme) che si son formati, nella quasi totalità dei casi, o antecedentemente o concomitantemente al minerale/cristallo ospitante (sviscereremo in altra più opportuna occasione l’argomento “Fasi di Cristallizzazione nel Processo Magmatico e Classificazione delle Inclusioni in Base al Periodo di Formazione Rispetto al Periodo di Formazione del Cristallo Ospitante”). E qui sta il busillis, il segreto rivelatore: se riconosco, nel minerale/cristallo/inclusione qualcosa che s’è originato in un processo genetico naturale, il materiale che lo ospita non è esso pure il risultato d’un processo genetico naturale? Deduzione logica, congruente ed ineludibile. E da che cosa arguisco che il minerale/cristallo/inclusione è d’origine naturale? Dalle peculiarità di cui al Punto A di cui sopra. A tal proposito, non mi stancherò mai abbastanza dal porre l’accento sul concetto “d’associazione” e “d’aspetto globale” delle nostre amiche inclusioni. Tenendo presente, infatti, che un minerale (cristallo) assai raramente s’accresce – nel medesimo ambiente genetico, alle stesse condizioni di temperatura e pressione – in splendida solitudine, ma concresce con altri minerali/cristalli della stessa specie o anche di specie diversa, avrò a disposizione un’altra chiave di lettura del busillis: l’associazione e l’aspetto globale, appunto. Più oltre, vi fornirò un esempio pratico, cogente, del combinato disposto “aspetto, concordanza genetico-ambientale, associazione, aspetto d’insieme etc.” che è quello rappresentato da inclusioni di cristalli di Calcite (Figura 1), Dolomite, Parisite, Albite (Figura 2), Quarzo (Figura 3), Pirite (Figura 1) ed Inclusioni Bifasi o Trifasi in un Berillo varietà Smeraldo (Figure 4-5). In contemporanea, vi doterò di “foto segnaletica” di tali inclusioni, dimodoché vi sia possibile ravvisarne i connotati. Onestamente, però, ve lo debbo dire: non sempre i minerali/cristalli/inclusioni esibiscono quelle loro fattezze esterne (forme cristallografiche) che sono l’espressione della loro propria struttura cristallina interna. Potrebbero aver subito, soprattutto ad opera d’un “rimaneggiamento” in un processo metamorfico, una “corrosione”, un’alterazione morfologica. In tal caso, dal loro colore e dalla loro contiguità ad altri minerali a cui son geneticamente associati e di cui si riesca a rilevare la forma, si risalirà all’identità. In un Glossario a parte, vi darò le chiavi di lettura dei vari termini tecnici, poiché questi non a tutti risultano familiari – e non sempre neppure al gemmologo – facendo parte d’un lessico specifico che è quello proprio di discipline quali la mineralogia e la geologia. E, del resto, non esiste terminologia alternativa o sostitutiva, se non facendo ricorso a locuzioni che risulterebbero ancor più oscure e difficilmente interpretabili dei termini stessi.

Fig. 3 – Inclusione di Quarzo in Granato Almandino. (Foto: IGI International Gemological Institute Italy)
Fig. 4 – Inclusioni Bifasi in un Berillo varietà Smeraldo. (Foto: IGI International Gemological Institute Italy)
Fig. 5 – Inclusioni Trifasi in un Berillo varietà Smeraldo. (Foto: IGI International Gemological Institute Italy)

2. Ambiente artificiale di laboratorio per le sostanze sintetiche ed artificiali.

Intendendo, per ambiente artificiale di laboratorio:

  1. Forno “Verneuil” per sintesi da “Fusione alla Fiamma” o Metodo “Verneuil” (Figure 6-7), dal nome dell’inventore, il chimico francese August Verneuil che nel 1896 lo brevettò per la realizzazione del Corindone Rubino Sintetico. Vengono oggi prodotti con questo metodo: Corindoni di tutte le colorazioni, Corindoni Asterie, Spinello Sintetico. A suo tempo: “Fabulite” o Titanato di Stronzio e Rutilo Sintetico, imitazioni del diamante in voga negli anni ’55-’80 del Novecento.
  2. Crogiolo, per la produzione col “Metodo da Fusione in Fondente” di Smeraldo, Rubino, Zaffiro, Alessandrite sintetici, YAG (Yttrium Aluminium Garnet, Granatoide di Ittrio ed Alluminio), altra imitazione del diamante che andò per la maggiore dagli anni ’65 agli anni ’90 del secolo scorso) ed altri Granatoidi.
  3. Crogiolo, per YAG e GGG (Gallium Gadolinium Garnet, Granatoide di Gallio e Gadolinio), imitazione del diamante presente sul mercato nei ruggenti anni ’70 ed ’80) col Metodo del Tiraggio “Czochralsky”.
  4. Crogiolo, impiegato per i Metodi “Della Fusione Zonale”, “Bridgman-Stockbarger”, “Del Crogiolo Freddo” o “Induction Skull Method”.
  5. Autoclave (Figura 8), oggi sulla cresta dell’onda per sintesi di Quarzo, Smeraldo, Rubino, Zaffiro ed Acquamarina col “Metodo Idrotermale”.
  6. Contenitore per soluzioni liquide, nell’approntamento di Opali col “Metodo della Precipitazione Chimica”.
Fig. 6 – Schema semplificato del Metodo “Verneuil” (Immagine: Aram Dulyan).
Fig. 7 – Un disegno di una delle prime fornaci utilizzate da August Verneuil per la realizzazione del Corindone Rubino Sintetico.
Fig. 8 – Schema di autoclave per la sintesi del quarzo (Immagine: faden.it)

Anche qui, per sillogismo, valga la regoletta dinanzi esposta per le sostanze naturali: se le inclusioni presenti nel materiale in esame esibiscono fattezze che riconosco come caratteristiche pertinenti ambiente e metodo di produzione artificiale (di sintesi), il materiale che lo ospita non è esso pure il risultato d’un processo genetico artificiale ovvero di sintesi? Deduzione altrettanto logica ed inevitabile. Alcuni esempi? Bolle e strie curve nei Sintetici “Verneuil”. Residui di fondente nei Sintetici “da Fusione in Fondente”. Inclusioni Bifasi, configurazioni d’accrescimento “a impronta di pneumatico” nei Sintetici Idrotermali. Tanto per citare le più eclatanti.

Fig. 9 – Inclusione di Berillo affiorante in Acquamarina. (Foto: IGI International Gemological Institute Italy)
Fig. 10 – Inclusione di Granato in Diamante. (Foto: IGI International Gemological Institute Italy)

Articolo di Luigi Costantini* e Claudio Russo**, pubblicato su IGR – Rivista Italiana di Gemmologia n. 3, Gennaio 2018.

* Luigi Costantini ha fondato la Scuola di Gemmologia dell’IGI International Gemological Institute in Italia, di cui è presidente onorario, nel 1998.

** Il Dr. Claudio Russo, Geologo, è docente e ricercatore dell’IGI International Gemological Institute in Italia da oltre un ventennio. 

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