lunedì, Aprile 29, 2024
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Lo chiamavano Bulldozer. Il Presidente anticorruzione che costruisce il muro che rivoluzionerà il commercio della tanzanite

Quando alla fine del 2015 John Pombe Magufuli a sorpresa vinse le elezioni presidenziali in Tanzania pochi avrebbero potuto predire che il nuovo leader avrebbe letteralmente rivoluzionato il ramo minerario del paese. Figlio di un contadino, profondamente cattolico, già insegnante e poi chimico industriale, Magufuli era stato precedentemente Ministro del partito CCM (Chama Cha Mapinduz). La sua attività nel ramo dei lavori pubblici avrebbe però potuto autorizzare gli osservatori più attenti a pensare che quest’uomo dinamico – la sua determinazione nel dotare la Tanzania di infrastrutture stradali gli aveva già valso il soprannome di Bulldozer – non avrebbe esitato a metter mano al riassetto del settore minerario. È un fatto conclamato che il paese non tragga infatti adeguati benefici dalle ricchezze del proprio sottosuolo: l’industria estrattiva non contribuiva nel 2005 che per un misero 3,36% al PIL nazionale, pur essendo il quarto produttore africano di oro e ricco di uranio, gas naturale, diamanti e tanzanite.

Gli studiosi dell’economia tanzaniana concordano sul fatto che il paese ha nel tempo sviluppato forme ben strutturate di contrabbando minerario capaci di coinvolgere aziende private ed amministratori pubblici. Una recente inchiesta parlamentare quantifica in 90 miliardi di US$ il valore annuo dell’export minerario illegale dal 1998. Dei circa 8000 trilioni di scellini tanzaniani del business della tanzanite, solo un misero 0,05% è stato incassato dall’erario di Dar es Salam. I primi colpi Magufuli li sferra nel marzo del 2017 con il bando all’esportazione di minerali non lavorati. Interi container di concentrati di rame/oro, accumulatisi nel porto di Dar es Salam, vengono ispezionati e risultano contenere 14 volte più delle quantità dichiarate. È questo l’episodio che fa detonare il caso di un settore estrattivo di fatto sottomesso agli interessi delle aziende private investitrici, a cui sono dal 1998 garantiti privilegi ed esenzioni fiscali. Forte della sua fama di nemico della corruzione Magufuli impone una nuova e più restrittiva legislazione mineraria che cancella la stagione degli accordi bilaterali e impone il controllo pubblico su tutto il comparto.

Foto: Daily News Tanzania

Il vento del cambiamento era arrivato alla tanzanite già agli inizi del 2017 con l’imposizione di aste per la commercializzazione della gemma dentro i confini nazionali per contrastare l’emorragia causata dalla sottodichiarazione del valore e dal contrabbando. Nel settembre del 2017 Faisal Juma Shahbhai e Hussein Gong, due funzionari della Sky Assiociates Ltd, impresa, con sede nelle isole Virgin, che controlla la più nota Tanzanite One Mining Ltd, vengono tratti in arresto per frode sulle risultanze di un’inchiesta parlamentare ordinata a luglio da Magufuli che ha fatto vittime illustri anche tra i funzionari governativi. La reazione contro lo sfruttamento illegale della Tanzanite si inasprisce nel febbraio 2018. Questa volta si colpisce direttamente Tanzanite One e gli arresti sono sette, neanche un mese dopo che il Governo aveva intrapreso negoziati con l’azienda alla ricerca di un dialogo nuovo basato sul riconoscimento primario della priorità degli interessi nazionali. Evidentemente non tutti devono aver preso sul serio la messa in cantiere e l’inaugurazione del 6 aprile 2018 di un muro di 24,5 km, destinato a cingere le aree di estrazione della gemma blu unicamente reperibile in Tanzania. Ed anche quel muro è stato voluto dal Presidente Magufuli: l’attraversamento dei suoi confini trasportando tanzanite non dichiarata è reato.

Il nuovo corso minerario implica cambiamenti per i piccoli estrattori artigiani della tanzanite. Si prevedono fondi per migliorare le condizioni di sicurezza mentre si scoraggia la pratica di risarcire i minatori con ricompense in grezzo. Da oggi si dovranno pagare salari.

Gem News a cura della redazione di Trasparenze News, pubblicata su IGR – Rivista Italiana di Gemmologia n. 4, Estate 2018.

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