Benvenuto alla Rivista Italiana di Gemmologia, ed addio, Raffaele Zancanella, che il 21 Aprile 2020 avresti acceso 75 candeline sulla torta della tua esistenza e che, invece, le 75 candeline le hai spente per sempre – esalando l‘ultimo respiro strappatoti dal nefasto morbo – quell’infausto martedì, il 31 marzo scorso. Mentre t’aggrappavi invano ad un respiratore allentando inesorabilmente la presa, io – con le lacrime che m’offuscavano la vista – compivo in tua vece la verifica di quest’articolo (“Studio comparativo delle riflessioni interne di una gemma a facce sferiche concave anziché piane “, ndr) che – m’auguravo – avrebbe dato il là ad una feconda collaborazione, poiché ritenevo che tu avessi ancora molto da dire, in ambito gemmologico. Collaborazione la cui valenza scientifica è ben esemplificata dal calibro di questo tuo lavoro, simbolo del tuo estro innovativo sempre sorretto dal rigore della razionalità.
Per chi non l’avesse incontrato di persona o non ne abbia appreso la storia, eccola la storia: Raf, dopo i banchi e le aule dell’Istituto Tecnico Industriale Minerario di Agordo (BL) e l’ Africa Australe, ha condiviso con me (o meglio, fui io a condividere con lui) l’inebriante avventura gemmologica degli anni ’80 – inoltratasi sino agli inizi dei ’90 – in cui fondò un Istituto Gemmologico (l’IGEMM) con sede nella sua Cavalese (TN) ed in cui conquistò la fiducia dell’allora Presidente del GIA – Richard T. Liddicoat, uno dei padri della gemmologia – (lui, “ragazzotto di montagna della Val di Fiemme”, come aveva il vezzo d’appellarsi), portando per primo in Italia (ed in Europa) quel prestigioso Gemological Institute of America, fondando il primo GIA Alumni Association (Italy Chapter) nel Vecchio Mondo e successivamente issando i medesimi vessilli pure a Roma (Rome Chapter) e Bari (Southern Italy Chapter).
Ed io sempre al suo fianco, in quella lunga cavalcata, dalle Alpi giù sino alla Sicilia. Tutto ciò, non prima d’aver introdotto nella Penisola (seconda metà degli anni ’70) tutta la strumentazione del GIA Instruments, sbancando alla Fiera di Vicenza, col suo gruppo di “cavalesani”. Non prima d’aver ricoperto il ruolo di docente di gemmologia (diamante) per buona parte degli anni ’70 presso l’Istituto Gemmologico Italiano di Milano, Istituto che patrocinò quello che fu il primo manuale in assoluto in lingua italiana interamente dedicato al diamante. Il suo – di Zancanella – “Il Diamante Manuale Pratico”, edizione IGI 1980, precede infatti di due anni “Il Diamante Oggi” d’un altrettanto illustre gemmologo, il fu Willi Andergassen di Roma. Non prima d’aver vinto una scommessa impossibile col mondo intero nel piantar bandiera nella sua Cavalese – al suo ritorno dal Continente Nero – con un laboratorio di gemmologia ed un negozio – tutto improntato alle sue amate gemme – la cui fama attrasse anche l’allora Premier Aldo Moro, in usuale soggiorno estivo in quelle valli. Un ardimentoso pioniere, un geniale innovatore, un vulcano di idee, un leader.
Ecco cosa fu Raffaele Zancanella. Siamo in parecchi, in giro per l’Italia, a dovergli quel che siam poi divenuti. Se esistesse un ideale Pantheon della gemmologia italiana, il suo nome v’andrebbe scolpito ed onori gli andrebbero sempre tributati negli anni a venire. Non lo si dimentichi, questo. Come io non ti potrò dimenticare, caro amico. Anche la notte scorsa t’ho sognato, e mi dicesti qualcosa riguardo al modo d’innovare una scienza antica sulle erbe che guariscono – studi nei quali m’avevi ultimamente coinvolto – ma che non hai avuto il tempo d’approntare per te stesso.
Tributo scritto da Luigi Costantini e pubblicato su IGR – Rivista Italiana di Gemmologia n. 9, Primavera 2020, allegato all’articolo “Studio comparativo delle riflessioni interne di una gemma a facce sferiche concave anziché piane” di Raffaele Zancanella
Con ammirazzione ricordo il caro Prof Raffaele Zancanella a lui devo le mie conoscenze gemmologiche e di metodo. In fede :Antonio Di Chiara