sabato, Aprile 27, 2024
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In Italia è possibile vendere e comprare pietre senza che si sappia cosa siano veramente. Un caso di studio

Recentemente è stato sottoposto al laboratorio gemmologico R.A.G. (Torino) un paio di orecchini con impresso S925 per l’identificazione delle due pietre incastonate, incolori, trasparenti, con forte dispersione, taglio rotondo a brillante. Il cliente era interessato a conoscerne l’identità, poiché sul sito dal quale ha acquistato il prodotto, N.O.D., non viene dichiarata, né è stata rilasciata alcuna garanzia o documentazione nella fase di acquisto.

Si tratta semplicemente di zirconia cubica

Le analisi hanno dimostrato in modo esaustivo come si tratti di comune zirconia cubica, sul sito del venditore si faccia riferimento a «27 diversi esperimenti per realizzare le nostre pietre». Non si capisce a cosa servissero questi esperimenti, visto che la CZ (Cubic Zirconia) è apparsa in grandi quantità sul mercato già negli anni ’70 e oggi lo inonda, figurando tra le pietre più economiche1.

orecchini zirconia cubica
Figura 1 – I due campioni presi in esame, incastonati in un paio di orecchini. (Foto: R.A.G.)

Per pervenire a questa conclusione sono stati effettuati esami gemmologici standard ed avanzati sulle pietre incastonate negli orecchini. Ad occhio nudo queste presentano una lucentezza da vitrea a sub-adamantina e dispersione (o fuoco) più forte rispetto al diamante. Alla lente a 10x si osservano gli spigoli delle faccette lievemente arrotondati e l’interno di apparenza “vuota” e vitreo. L’indice di rifrazione è oltre il limite di lettura del rifrattometro standard.

I campioni sono stati poi analizzati mediante microsonda elettronica, con un microscopio elettronico JEOL JSM IT300LV (High Vacuum – Low Vacuum 10/650 Pa – 0.3-30kV), dotato di microanalisi EDS Oxford INCA Energy 200 con detector INCA X-act SDD thin window (presso il Laboratorio di Microscopia Elettronica del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino).

Orecchini zirconia cubica
Figura 2 – Vista laterale dei due orecchini. (Foto: R.A.G.)

Le analisi sono state effettuate sui campioni tal quali, fissati su tavolino portacampione mediante nastro adesivo conduttivo. Le analisi si devono definire qualitative in quanto, per non smontare o rovinare i campioni esaminandi, non è stata assicurata la planeità delle superfici da analizzare rispetto al fascio incidente di elettroni; inoltre le analisi sono state condotte su campioni non ricoperti da grafitatura conduttiva, proprio allo scopo di lasciarli intatti e non modificati.

Le analisi sono state condotte in più punti sulla tavola di tutte e due i campioni.

Spettro EDS
Figura 3 – Spettro EDS del materiale costituente le gemme montate. Tutte le analisi effettuate sulle due tavole dei campioni montati sugli orecchini hanno chiaramente mostrato spettri simili, e quindi dichiaratamente di ossido di zirconio. L’afnio, quando rilevato, si presenta in concentrazioni del 3% in massa circa. (Foto: R.A.G.)

Le analisi in microsonda EDS dimostrano chiaramente (Figura 3) la presenza degli elementi ossigeno (O) e zirconio (Zr), il che permette di identificare immediatamente il materiale come ossido di zirconio (zirconia cubica). Si nota anche la presenza di tracce di afnio (Hf), che sempre accompagna lo zirconio come impurezza o come stabilizzante.

Successivamente le pietre sono state rimosse dalle montature per condurre ulteriori esami. La massa è risultata rispettivamente di 0,83 ct e 0,84 ct. Posizionate a tavola in giù su una scritta entrambe mostrano il cosiddetto effetto “lettura-attraverso”, ossia ad occhio nudo si vede facilmente in trasparenza la scritta sottostante. Al microscopio a 10x sono evidenti simmetria e politura approssimative. Non si osservano inclusioni o strutture di crescita, e risultano monorifragenti. In campo scuro il padiglione dei due esemplari, posizionati tavola in giù, esibisce il tipico flash monocromatico arancio.

La densità (metodo idrostatico) è risultata rispettivamente di 5,97 e 5,79, mentre la fluorescenza UV alle onde corte è media gialla e alle onde lunghe è nulla. Tutte le analisi dimostrano in modo inconfutabile che i due esemplari sono zirconie cubiche.

Le caratteristiche principali rilevate sono riassunte nella tabella sottostante.

Composizione chimica delle pietre Zirconio, ossigeno, tracce di afnio
Indice di rifrazione Non determinabile al rifrattometro
Fluorescenza UV SW Gialla media
Fluorescenza UV LW Nulla
Densità (metodo idrostatico) 5,97 ; 5,79
Osservazioni microscopiche No inclusioni, no strutture di crescita

 

Conclusioni

Che oggi la rete offra una vastissima quantità di prodotti di gioielleria o di bijoutteria a prezzi anche molto contenuti non meraviglia. Lasciamo ad altri il compito di stabilire la congruità dei prezzi proposti. Il compito di un gemmologo resta quello di rivelare esattamente la natura del materiale sottoposto all’indagine, ma non tutti gli acquirenti possono permettersi una consulenza professionale.

Il test che abbiamo condotto su questi campioni acquistati da un cliente in e-commerce è tutto sommato un lavoro di routine per un laboratorio gemmologico attrezzato. I lettori esperti non troveranno niente di nuovo. Qui il senso della notizia risiede piuttosto nella disinvoltura con cui in Italia si mettono in commercio materiali gemmologici senza precisarne la natura. A differenza ad esempio della Francia, non esistono normative gemmologiche specifiche in forza di legge che possano difendere il diritto del consumatore ad essere pienamente informato su quanto acquisti. Sarebbe necessario che la parte venditrice si prenda la responsabilità di dichiarare con precisione e completezza quanto posto in vendita. Nel nostro caso specifico, le pietre montate sul gioiello sono state descritte in maniera piuttosto opaca, senza mai menzionare termini precisi.

 

Note

1 https://www.gia.edu/doc/SP81.pdf

 

Articolo di Raffaella Navone* ed Emanuele Costa**, pubblicato su IGR – Rivista Italiana di Gemmologia nr. 14 – Primavera 2022.

* R.A.G., Torino.
** Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino.

Leggi anche l’articolo collegato: A leggere dal sito, l’identità del prodotto N.O.D. è un rebus irrisolvibile (nota della redazione di IGR), pubblicato su IGR – Rivista Italiana di Gemmologia nr. 14 – Primavera 2022.

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