domenica, Aprile 28, 2024
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I diamanti russi di Alrosa colpiti pesantemente dalle sanzioni USA

Alrosa, il più grande estrattore di diamanti al mondo per volume, è il primo grande bersaglio delle sanzioni in risposta all’invasione russa dell’Ucraina. Dal 24 febbraio le aziende statunitensi non possono più effettuare transazioni e contrarre debito oltre la scadenza di 14 giorni con il gruppo che è di proprietà della Federazione Russa al 33% e per il 33% di proprietà del governo della Repubblica di Sacha (Jacuzia). Nella definizione di debito rientrano anche le partite in conto visione e le operazioni borsistiche che coinvolgano le azioni del gruppo estrattivo che è quotato in borsa per il restante 33%. Per ironia della sorte, proprio la decisa strategia di Alrosa a supporto delle tecnologie digitali della Blockchain potrebbe rappresentare un terribile autogol nel momento Alrosa intende registrare l’origine geografica dei propri diamanti. Ciò, invece di essere un valore aggiunto, automaticamente li potrebbe escludere dalle transazioni.

La JVC, associazione statunitense di vigilanza nel settore della gioielleria, fa presente che oltre alle sanzioni dirette nei confronti delle aziende diamantifere russe, si aggiungono le severe restrizioni che inibiscono le transazioni con molti istituti di credito russi. Tra questi vi è la VTB Bank che possiede un’altra impresa russa produttrice di diamanti, Grib.

Ma la stretta non finisce qui. Il CEO della società, Sergey S. Ivanov, in quanto registrato come Specially Designated National (SDN) dall’Office of Foreign Assets Control (OFAC), non potrà più fare affari negli USA ed il suo patrimonio nel paese è sequestrato. Ivanov fa parte della cerchia di oligarchi vicini al Presidente Putin.

L’espulsione della Russia dal sistema di pagamento SWIFT è un’ulteriore minaccia all’export russo di materie prime e quindi di diamanti e gemme.

(Foto: ALROSA Website)

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