La “IV Conferenza Nazionale Diamante e Gemme di Colore: identificazione, tracciabilità e aspetti etici” si è svolta a Ferrara giovedì 7 e venerdì 8 luglio 2022 al palazzo Tassoni Estense. Come già accaduto nell’edizione di Bari del 2021, IGR ha promosso l’evento, che ha fatto registrare un’apprezzabile affluenza, contribuendo come Media Partner alla sua diffusione, anche a livello internazionale.
Alcune presentazioni si sono soffermate sull’identificazione dei trattamenti. Raffaella Navone (R.A.G., Torino) ha dato conto di un caso alquanto anomalo: un’acquamarina sfaccettata di colore azzurro pallido di 2,18 ct, con indice di rifrazione di 1,568–1,571 e peso specifico 2,73, descritta come “rivestita”. Ricorrendo tra l’altro a spettroscopia microRaman e IR s’è stabilito che nessun rivestimento è però ipotizzabile, poiché l’EDS (Energy Dispersive X-ray Spectroscopy) non ha rinvenuto fluoruri, gli agenti più frequentemente utilizzati allo scopo. Gli esami di laboratorio, realizzati in collaborazione con l’Università di Torino, non hanno evidenziato altri elementi oltre quelli del berillo naturale, a basso contenuto di ferro, ed i cromofori Fe, Cr e Co. La presenza del cobalto è molto anomala in un’acquamarina naturale, ma nel berillo sintetico è ben noto l’uso del Co.
Giuseppe Elettivo (Università di Bari) ha illustrato i risultati preliminari di una ricerca sul trattamento dei topazi, un gemma il cui uso è diffusissimo e che molto interessa al mercato. Lo studio conferma alcuni aspetti evidenziati in letteratura gemmologica: in alcuni casi il cambio di colore è dato da alcuni elementi cromofori presenti (Cr3 e Fe3), in altri alla formazione di difetti relativi al gruppo OH. Sono stati campionati topazi, prevalentemente incolori, provenienti dalla Tanzania (giacimenti secondari alluvionali) e dal Mozambico (depositi pegmatitici). Essi sono stati caratterizzati per le loro proprietà mineralogiche e chimiche mediante EPMA (Electron Probe Microanalyzer), XRPD e UV-VIS.
L’industria utilizza tre tipi di irraggiamento: a raggi gamma (γ), a neutroni e a fascio di elettroni. Il lavoro s’è concentrato su quest’ultimo tipo di irraggiamento. Il materiale è stato infine riscaldato a diverse temperature e nuovamente analizzato con spettrometria UV-VIS. Si è osservato che il trattamento con elettroni ha portato ad un cambio di colore in tutti i campioni, che da incolori sono diventati marroni; in seguito il riscaldamento ha eliminato la dominante marrone, riportando alcuni campioni ad uno stato incolore e altri ad una leggera colorazione azzurra, comprovato dalla spettroscopia UV-VIS che ha registrato la formazione una banda di assorbimento a circa 600 nm.
Floriana Rizzo (Università di Bari) ha incentrato la sua indagine sull’irraggiamento delle tormaline, un super gruppo con 38 specie ed un’elevata complessità sia chimica che strutturale. Le cause del loro colore sono state prese in esame. Come molti altri minerali ad uso gemmologico, anche le tormaline possono essere sottoposte a trattamenti per intensificare il colore al fine di incrementare il loro valore sul mercato. In questo studio sono riportati i primi risultati che riguardano tormaline provenienti da diversi giacimenti, trattate con irraggiamento da elettroni. Tutti i campioni sono stati montati su una piastra di alluminio dotata di un sistema di raffreddamento e irraggiati con dosi di 5.1x 10 -4 Gy a 20 °C. Alcuni campioni dopo il trattamento mostrano una intensificazione del colore originale, nei campioni incolori invece sono state ottenute colorazioni differenti. Spettri UV-VIS acquisiti prima e dopo l’irraggiamento forniscono indicazioni preliminari sulle cause del cambio di colore indotto dal trattamento.
Articolo di Paolo Minieri e Stefania Coppola, pubblicato su IGR – Rivista Italiana di Gemmologia nr. 15 – Autunno 2022.