domenica, Aprile 28, 2024
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Norme, trattamenti, sintetici, ok. Ma alla fine possiamo portarvi solo quello che Dio (o se volete, la Natura) ci dà

Le cose cambiano. DTC in un semestre ha spazzato le pretese luxury dei diamanti sintetici. Siamo andati a vedere questi Lightbox più da vicino e come funziona la macchina della comunicazione di De Beers in questa massiccia operazione di separazione del marketing dei diamanti sintetici dai naturali. Sappiamo che i Millennials vogliono comprare gemme come comprano il latte. Vogliono andare nelle fattorie e controllare che le mucche siano trattate bene. Ma non possono andare tra i minatori del Botswana con la facilità con cui puntano i loro Suv verso la campagna. Dunque bisogna dimostrare loro che i diamanti, tra gli altri paesi, provengono da lì e che il Botswana è un paese OK. Ecco che Tiffany da gennaio 2019 ha deciso di svelare l’origine geografica dei suoi diamanti. Ma alla fine il modello vincente per far parlare alle gemme il linguaggio dell’approvvigionamento responsabile (ma anche tanti altri linguaggi) sarà solo il registro delle blockchain. Anche per il corallo se ne preannuncia una.

A proposito. Adesso sappiamo che questi registri sono stati messi a punto anche da Gübelin Gem Lab espressamente per le pietre di colore. A quanto si sa la Proof of Provenance sarà disponibile gratuitamente per tutti. È stato fatto un lavoro attento anche ai piccoli minatori artigiani oltre che alle grandi imprese estrattive di rubini e zaffiri. Questa è una sorpresa ed una buona notizia. Non si temeva che il futuro del gioco del commercio di pietre preziose sarebbe stato monopolio di quei pochi che potevano garantire verticalmente l’integrità del corridoio dalle proprie miniere ai negozi?

Anche la scena della gemmologia, nel suo nocciolo duro delle procedure per l’identificazione, è in movimento. Lo dimostrano gli sviluppi controversi sul tema della rivelazione del trattamento termico associato ad alta pressione in alcuni zaffiri. C’è una profonda divisione tra i vari istituti, nonostante la macchina normativa vada a pieno regime. Perché una cosa è l’accertamento chimico e fisico dei fenomeni di trattamento, su cui si può esser pure d’accordo. Altra cosa è allineare la terminologia e legiferare su cosa si debba scrivere nei report. Nel frattempo i nostri meticolosi Luigi Costantini e Claudio Russo continuano a farci fare ripetizione sul vecchio, caro microscopio.

Myanmar, Tanzania, Nigeria, Etiopia, Mozambico. La Rivista oltre ai temi di cui sopra in questo numero torna sulle risorse di questi paesi che con le pietre preziose vorrebbero finanziare il loro sempre più problematico sviluppo. Ci stanno riuscendo? Leggendo, i lettori troveranno più di una risposta. Ma la risposta più sincera e più toccante l’ha data un funzionario etiope a Jeffery Bergman che contribuisce qui con un bell’articolo sugli smeraldi emergenti di quel paese. Sono parole ingenue e tranchant che fanno pensare al senso ultimo della sostenibilità: “Possiamo portarvi solo quello che Dio (o se volete, la Natura) ci dà”.

Di Paolo Minieri, pubblicato su IGR – Rivista Italiana di Gemmologia n. 6, Primavera 2019.

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