domenica, Aprile 28, 2024
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Spunti da Ferrara/9. Strumentazione e tecniche per l’identificazione e la prospezione

La “IV Conferenza Nazionale Diamante e Gemme di Colore: identificazione, tracciabilità e aspetti etici” si è svolta a Ferrara giovedì 7 e venerdì 8 luglio 2022 al palazzo Tassoni Estense. Come già accaduto nell’edizione di Bari del 2021, IGR ha promosso l’evento, che ha fatto registrare un’apprezzabile affluenza, contribuendo come Media Partner alla sua diffusione, anche a livello internazionale.

Piero Alberto Manuelli (Istituto Gemmologico Ligure – ATC Gem-A Italia) ha descritto il rifrattometro funzionante sul principio dell’Angolo di Brewster che permette la determinazione dell’indice di rifrazione nel campo da 1,4 a 4,0 IR, non richiede l’uso del liquido di contatto che limita ad 1,8 la lettura dell’IR, permette un range di misura superiore ai tradizionali rifrattometri su principio TIR ed evita una qualsiasi contaminazione dannosa per l’operatore e per l’ambiente con l’uso attuale dei liquidi solfuri.

Nella sua qualità di esperto di spettroscopia dell’Istituto di Mineralogia e Cristallografia dell’Università di Vienna, Lutz Nasdala ha offerto una rassegna delle basi dell’investigazione spettroscopica in generale, soffermandosi poi sulle applicazioni della spettroscopia Raman e di quella a fotoluminescenza in ambito gemmologico. Sono state spiegate le caratteristiche fisiche delle due tecniche sottolineando come in molti casi ci sia confusione nell’utilizzo della giusta terminologia, anche in lavori rilasciati da pubblicazioni scientifiche. Entrambe le tecniche sono ampiamente sfruttate nel campo gemmologico sia per il riconoscimento delle fasi che per la caratterizzazione dei trattamenti e dei sintetici.

Particolare dell’intervento di Lutz Nasdala (Università di Vienna). (Foto estratta dalle registrazioni della Conferenza pubblicate dall’Università degli Studi di Ferrara)

Alcuni esempi ne indicano l’uso appropriato: in un suo lavoro su una tormalina di colore blu da 0,90 carati la spettroscopia Raman ha permesso l’identificazione, ottenuta ovviamente senza danneggiare il campione, come dravite, grazie all’impronta spettrale data dal gruppo ossidrile. In molti casi è l’insieme delle due tecniche a conferire una maggiore accuratezza agli studi. Vengono forniti 3 esempi: uno studio spettroscopico delle inclusioni in corindoni provenienti dalla Colombia, la radio-colorazione di alcuni diamanti grezzi e uno studio sul grado di inversione dello spinello. In particolar modo nel primo lavoro le analisi si sono dimostrate un mezzo eccellente per le individuazioni delle inclusioni. In alcuni casi, quando il segnale Raman non era sufficiente, l’identificazione si è ottenuta in base alle caratteristiche spettrali dell’emissione a PL. Inoltre per le inclusioni di zircone l’allargamento della banda spettrale ha aiutato ulteriormente evidenziando la presenza di un danno strutturale causato da radiazioni avvenute a basse temperature.

L’Anglo American, un vero colosso nel campo minerario con oltre 25 miliardi di US$ di fatturato nel 2021 e leader nell’estrazione dei diamanti, possiede l’85% di De Beers Group, che produce un terzo dei diamanti per valore.

Elicottero per indagini geofisiche Eurocopter AS350 equipaggiato con un sistema di rilevamento aeromagnetico. (Foto: Hkeyser/Wikimedia Commons, License CC BY-SA 3.0)

Quali sono le tecniche geofisiche utilizzate per l’estrazione dei diamanti? La domanda a cui la presentazione di Obone Sepato, geofisico dell’Anglo American, ha dato risposta, apre le frontiere della prospezione, un ambito assai interessante ma che tuttavia spesso sfugge alla riflessione gemmologica. I tubi di kimberlite, la roccia che ospita i diamanti, hanno generalmente proprietà fisiche diverse dalla roccia circostante e sono quindi facilmente riconoscibili; i dati forniscono delle indicazioni su dove posizionare i fori di perforazione. Tra i vari metodi geofisici elencati, tra cui le tecniche gravitazionali ed elettromagnetiche, l’indagine aeromagnetica è il principale strumento geofisico per l’esplorazione. I risultati delle misurazioni sono presentati sotto forma di mappe e profili che mostrano le anomalie del campo magnetico.

Articolo di Paolo Minieri e Stefania Coppola, pubblicato su IGR – Rivista Italiana di Gemmologia n. 15, Autunno 2022.

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