Le parole pronunciate dall’amministratore delegato nel dicembre 2021 lasciavano presagire la mossa. «L’Angola ha compiuto progressi significativi verso la creazione di un ambiente stabile e più affidabile per gli investimenti, i cui benefici potranno essere direttamente goduti dal popolo angolano grazie all’aumento degli investimenti esteri».
Senza alcun dubbio il cambio di rotta del governo angolano ha creato le condizioni per l’ingresso di altri estrattori nell’industria diamantifera nazionale. De Beers era stata costretta a lasciare l’Angola nel 2012 a seguito di controversie con l’amministrazione dell’ex presidente Dos Santos.
Dopo ben 30 incontri tra l’ottobre 2021 e l’aprile 2022, la svolta: il Gruppo De Beers ha annunciato la firma di due Contratti di Investimento Minerario (MIC) con Endiama, la società diamantifera statale angolana che deterrà una partecipazione del 10% in ogni progetto minerario, con l’intenzione di aumentarla fino a un massimo del 20%.
La prima area autorizzata si trova a Lunda Sul, il progetto Muconda, dove è previsto un investimento iniziale di 26 milioni di dollari e una fase di esplorazione di cinque anni.
A Lumboma (Lunda Norte), l’investimento iniziale ammonta a 7,2 milioni di dollari, mantenendo i diritti esistenti per i depositi primari e secondari riservati quando se ne farà richiesta.
L’IGR ha già affrontato il tema della transizione dell’Angola, settimo produttore mondiale di diamanti (8 milioni di carati nel 2020, il 23% in meno rispetto a quanto originariamente previsto e in calo rispetto ai 9,4 milioni di carati del 2019 a causa del crollo economico globale causato dalla pandemia Covid-19), da un sistema estrattivo tipicamente controllato dallo Stato a una nuova politica che prevede un rapporto più profondo con il mercato internazionale. Non a caso l’annuncio di De Beers arriva in un momento in cui si sta sviluppando l’ambizioso progetto di una borsa dei diamanti a Luanda.
Gem News pubblicata su IGR – Rivista Italiana di Gemmologia n. 15, Autunno 2022