sabato, Aprile 27, 2024
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Le gemme sopravvalutate da report scorretti sono una minaccia. Gemmologi e operatori devono farci i conti

La notizia che un blocco di rubino grezzo proveniente dalla Tanzania sia stato messo all’asta a Dubai per una valutazione di «120 milioni di dollari» è stata un vero shock per il mondo del commercio internazionale delle gemme. Uno shock perché l’esemplare non ha assolutamente fatto registrare alcun record e che, secondo gli esperti chiamati a valutare il caso, non valeva neanche una minima percentuale della cifra scandalosa di 120 milioni di dollari.

Ecco come sono andati i fatti nella testimonianza di Jeffery Bergman.

L’imbarazzante questione delle pietre documentate e valutate in modo scorretto rivela una truffa nelle perizie. Il rubino “Burj Alhamal” non vale gli stimati 120 milioni di US$ ma appena 1000 dollari.

Screenshot di un post pubblicato da Jeffery Bergman sul gruppo Facebook pubblico denominato “Gem Scams (Veritas)”, dedicato alle segnalazioni di possibili truffe. In questo post viene segnalato un caso di overpricing relativo ad un grezzo di rubino con zoisite da 145 kg valutato 120 milioni di dollari, cioè 827.500 dollari al kg. (Foto: Jeffery Bergman/Facebook)

Il pezzo è stato denominato “Burj Alhamal” dal curatore dell’asta, SJ Gold & Diamond, il cui amministratore delegato, Patrick Pilati, ha dichiarato che l’esemplare proveniva da miniere di rubini pregiati di Winza, in Tanzania ed era uno dei 12 della loro “Callisto Collection”.

La prima indicazione che qualcosa non torna è data dal peso dichiarato: 8.400 carati e 2,8 chilogrammi. 8.400 carati equivalgono infatti a 1,68 kg, non a 2,8 kg. Questo è già un buon indizio sul fatto che la presentazione non sia stata curata da professionisti esperti in pietre preziose. Alla fine è stato addirittura rivelato che il peso effettivo è di 3,4 kg e che si tratta di uno dei 25 esemplari di rubino rappresentati da SJ Gold & Diamonds.

Il secondo indizio è la matrice verde in cui è racchiuso l’esemplare di rubino, il che è prova evidente che la sua origine non possono essere le miniere di rubini preziosi di Winza, bensì quelle con materiale di più basso valore di Longido, famose per la produzione di questi grandi blocchi di rubino associati a zoisite verde.

Esportati annualmente dalla Tanzania a tonnellate come materiale per sculture e scopi ornamentali, il valore all’ingrosso degli esemplari di rubino-zoisite di Longido, ampiamente riconosciuto dal settore, si aggira intorno ai 300 dollari/kg, con diversi esemplari, per i quali esiste documentazione, ben oltre i 40 kg. E questo con buona pace della tanto conclamata affermazione di rubini “da record”.

Un grezzo di rubino con zoisite da 2,92 kg in offerta sul sito della New Era Gems al prezzo di 700 dollari. (Foto: New Era Gems, screenshot di Jeffery Bergman)

Mesi prima che questo tentativo di truffa venisse messo in atto a Dubai, sono stato messo a conoscenza via e-mail di una collezione di 25 esemplari di rubini, tutti corredati di report di laboratorio del GIA, Gemological Institute of America, che ne attestavano le caratteristiche come esemplari di rubini naturali di bassissima qualità. Nelle foto dell’intero lotto di 88 kg figurava l’esemplare “Burj Alhamal” di 3,4 kg e si affermava che si disponeva di «nuove stime del valore eseguite del miglior perito al mondo, Miguel Zenetos» per una cifra approssimativa di poco superiore ai 3 miliardi di dollari.

Esemplari di grezzi di rubini con zoisite provenienti dall’area di Longido, Tanzania. Lo stand della New Era Gem li ha messi in vendita a 350 dollari al kg durante la fiera di Tucson 2022. (Foto: Travis Lejman)

Miguel Carlos Zenetos, un gemmologo brasiliano che nell’ultimo decennio si è fatto una reputazione per sopravvalutazioni spropositate di gemme grezze di bassa qualità, è stato espulso dall’AGA – Accredited Gemologists Association – e dalla NAJA – National Association of Jewelry Appraisers. Un esempio del lavoro fraudolento di Zenetos è il rapporto e la valutazione GIA di un esemplare di rubino di tipo Longido di 0,904 kg (904 grammi) scandalosamente sopravvalutato a 49.340.000 dollari, mentre il valore reale di mercato si attesta ben al di sotto dei 1.000 dollari.

Mr. Narula di Maharaja Gems LLC, commerciante di gemme preziose con sede a Dubai, ha dichiarato: «All’inizio ho riso dei proclami assurdi riguardanti il rubino Burj Alhamal. Poi mi sono arrabbiato quando ho capito che SJ Gold and Diamond aveva danneggiato la reputazione di Dubai servendosene per lanciare questa falsa dichiarazione truffaldina come se si trattasse di un record per un valore molto elevato, mentre in realtà si tratta di un esemplare relativamente piccolo di rubino in zoisite del valore al massimo di soli 1.000 dollari».

Secondo www.gov.uk, la capogruppo di SJ Gold & Diamonds, SJ Global Investments Worldwide Ltd., è stata messa in liquidazione nel 2021. Rappresentando in modo palesemente errato il peso, l’origine e il valore del rubino “Burj Alhamal”, sembra che SJ Gold and Diamond sperasse di attirare un acquirente facoltoso e disinformato a un’asta post-Ramadan a Dubai. Grazie alle false e disinvolte dichiarazioni sul suddetto rubino, SJ Gold and Diamond e il suo amministratore delegato Patrick Pilati sono diventati oggetto di sdegno da parte degli esperti di gemme di tutto il mondo e, purtroppo, a scapito del buon nome e della reputazione di Dubai.

Il gemmologo Thomas Hainschwang, PhD, direttore del GGTL Laboratories – Gemlab di Ginevra e del Liechtenstein, ha definito la truffa «uno dei più grandi tentativi di frode nella storia del commercio delle gemme» e ha affermato che «il costo giornaliero della guardia giurata che sta accanto a questa pietra è più elevato di quello della stessa gemma».

 

Sfera di zoisite con rubino, 120 mm circa, proveniente dalla Tanzania. (Foto: Adam Ognisty/Wikimedia Commons, License CC BY-SA 4.0)

Articolo di Jeffery Bergman, pubblicato su IGR – Rivista Italiana di Gemmologia n. 15, Autunno 2022.


Ken Scarratt: il commento “non faccettabile” può ridurre l’overpricing scorretto di minerali non trasparenti di grandi dimensioni

Kenneth Scarratt, uno dei gemmologi più autorevoli al mondo, esperto di perle, ha prestato servizio in molti istituti gemmologici tra cui l’AIGS e il GIA Research Center. Attualmente è CEO di DANAT, l’autorità del Bahrein per le gemme preziose e le perle.

Ken Scarratt.

IGR: Sono anni che vengono riportati esempi di prezzi irragionevoli di materiali di bassa qualità e di scarso valore…

Ken Scarratt: Il pubblico non conosce o conosce poco quello che effettivamente viene posto in commercio e purtroppo di persone che cercano di raggirarlo ce ne sono sempre state. In passato questi individui venivano definiti imbroglioni, gente che “usurpa la fiducia”. Ma a prescindere da come si possano chiamare, resta il fatto che tutti loro prendono di mira un pubblico specifico (gente che in genere ha più soldi che buon senso). I sistemi sono tanti: ad esempio una comparsata pubblica con vestiti eleganti in un ambiente sfarzoso per proporre un “bene” grossolanamente sopravvalutato a “clienti” che hanno occhi abbagliati ed eccitati.

IGR: Si può fare qualcosa per evitare episodi simili in futuro?

Ken Scarratt: Non credo si possano evitare queste situazioni, poiché ci saranno sempre individui disonesti che vogliono “arricchirsi in fretta” e persone abbastanza credulone da cascarci. Comunque, chi tra noi ha una conoscenza sufficiente del ramo delle gemme dovrebbe forse farsi avanti e sfidare queste pratiche dubbie nel momento in cui si verificano, mettendo in guardia coloro che si presentano come i bersagli.

IGR: Il settore della produzione e del commercio delle gemme, le principali associazioni e i più importanti marchi di gioielleria insistono sulle questioni etiche. Alcuni si chiedono se per caso le grandi questioni legate alla sostenibilità e all’approvvigionamento responsabile non abbiano messo in ombra quelle relative alla fair disclosure e alla correttezza della determinazione del valore delle gemme…

Ken Scarratt: Non credo che la sostenibilità e l’approvvigionamento responsabile mettano in secondo piano la fair disclosure e le valutazioni commerciali scorrette.

I pubblici chiamati in causa sono tra loro diversi. La sostenibilità e l’approvvigionamento responsabile riguardano in realtà i mercati professionali delle pietre preziose nei quali, a parte poche eccezioni degne di nota nel corso degli anni, comportamenti disonesti finiscono col macchiare il nome degli operatori. Per costoro andare avanti col proprio lavoro sarebbe difficile. Nel mercato delle gemme nessun professionista vorrebbe che accadesse qualcosa del genere, stiamo infatti parlando di attività a lungo termine.

La disonestà, a quanto pare, è una prerogativa di operatori non professionali. Questi di sicuro non perseguono la sostenibilità. Entrano nel mercato delle pietre preziose dalla periferia e lì rimangono, scomparendo con la stessa rapidità con cui sono emersi. Questo vale tanto per gli operatori disonesti quanto per coloro che facilitano il loro gioco con valutazioni grossolanamente esagerate e sostanzialmente prive di valore e fondamento.

IGR: Spesso si nota che molte di queste discutibili perizie di stima del valore fanno riferimento a report gemmologici precedentemente emessi da laboratori di fama mondiale. Il numero del report originale emesso da questi istituti, che ovviamente non si assumono alcuna responsabilità per l’uso successivo dei loro documenti, viene a volte anche menzionato nei report delle perizie di valore.

Ken Scarratt: Valutare una pietra preziosa o un gioiello, che lo scopo sia assicurativo, probatorio o di rivendita, richiede un’enorme competenza che può essere acquisita solo dopo un’intensa attività di studio e con una grande esperienza. Per poter svolgere i compiti che gli competono il perito deve anche avere una profonda conoscenza dei mercati locali e internazionali.

Pur avendo buone conoscenze gemmologiche, il perito in genere si basa sui risultati descritti in un report gemmologico di un laboratorio affidabile che funge da base della sua valutazione commerciale.

IGR: I documenti che riportano queste perizie hanno un aspetto simile a quelli rilasciati originariamente dagli istituti gemmologici, che si limitano a rivelare le caratteristiche gemmologiche e non indicano mai il valore. È chiaro che tutto questo trae in inganno le persone che non sono in grado di separare i due documenti al momento dell’acquisto. Il comparto gemmologico nel suo insieme può fare qualcosa di più per sensibilizzare il pubblico su questo tema?

Ken Scarratt: Sarebbe meglio se i laboratori e gli addetti alle perizie inserissero nei loro report, quando necessario, parole come “not facetable grade” (qualità non adatta ad essere faccettata) o altri termini o frasi adatte allo scopo. Arrivare a questo risulterà forse difficile: i laboratori evitano accuratamente di fare osservazioni che potrebbero essere interpretate come un’attribuzione di valore a una pietra. Però forse è venuto il momento di ripensare l’approccio nei casi in cui occorre descrivere esemplari opachi di grandi dimensioni il cui unico uso immaginabile può essere quello di fungere da fermaporta.


Antoinette Matlins: la fake news del prezzo record del mega esemplare di rubino chiama in causa media non professionali

Antoinette Matlins, PG, FGA, è un’esperta di gemme e gioielli stimata a livello internazionale, autrice di libri e relatrice. Si è guadagnata un ampio riconoscimento come difensore appassionata dei consumatori.

Antoinette Matlins.

IGR: Il rubino Burj Alhamal è un caso relativamente isolato o è piuttosto la punta di un iceberg che nasconde molti episodi di gemme documentate in modo ingannevole e casi di sovraprezzo?

Antoinette Matlins: È la punta di un iceberg… un fenomeno che si sta manifestando in modo evidente in un arco di circa 20 anni. Può essere raggiunta una nuova generazione.

IGR: Una cosa è il comparto produttivo, il commercio e i servizi, con esperti e professionisti, un’altra è la gente comune attratta dalle pietre preziose e dai gioielli da acquistare…

Antoinette Matlins: Fuori dal settore delle gemme sono pochi quelli che posseggono competenze gemmologiche tali da rendersi conto di cosa stiano realmente acquistando e, peggio ancora, molti non hanno idea dei tanti modi in cui diamanti e pietre preziose possono essere alterate, duplicate e imitate!
Anche quando la documentazione c’è, gli sprovveduti non hanno modo di capire se questa sia affidabile e se la pietra corrisponda o meno alle informazioni contenute nel report (una delle truffe consiste nel fare copie “taroccate” di un “vero report”, in modo da poterlo utilizzare ripetutamente con pietre sintetiche e imitazioni vendute come “vere”, soprattutto quelle incastonate).

IGR: E così, ancora una volta, il consistente aumento delle frodi e delle false documentazioni, soprattutto per quanto riguarda la promozione di gemme da “investimento”, espone il pubblico a un rischio molto elevato…

Antoinette Matlins: Comunque bisogna che si tenga anche presente che storicamente le pietre preziose sono un investimento redditizio per chi è abbastanza esperto da affidarsi a persone competenti che lo guidino e lo assistano nell’acquisto di gemme di dimensioni e qualità tali da poterle considerare desiderabili. Gli esperti sanno che il prezzo è destinato ad aumentare a causa dell’offerta e della crescita della domanda. Potrebbe essere così per lo spinello cobalto. Lo spinello non è una gemma che il pubblico conosce molto bene ma oggi un senso come investimento ce l’ha, poiché, con l’aumento della richiesta, la domanda potrebbe superare l’offerta e i prezzi potrebbero aumentare drasticamente. A meno che…

IGR: A meno che…?

Antoinette Matlins: A meno che la nuova scoperta in Tanzania non produca così tanto materiale che l’offerta superi la domanda! Quando si tratta di gemme, il rischio c’è sempre.
Senza una vasta competenza ed esperienza, non si può sapere se la pietra sia stata trattata o meno, se si tratti di un’imitazione o di un sintetico! Questo principio vale anche se una finestra di opportunità per l’investimento esiste.

IGR: È già successo qualcosa del genere?

Antoinette Matlins: Sì. Ne sono stata testimone alla fine degli anni ‘70–‘80, quando venditori senza scrupoli hanno sfruttato migliaia di persone e rastrellato milioni di dollari di profitti. Purtroppo, le vittime hanno scoperto la verità troppo tardi: non solo non avrebbero mai ottenuto il “rendimento dell’investimento” promesso, ma, peggio ancora, avrebbero perso il 90% del denaro investito, se non di più!

IGR: Al giorno d’oggi c’è ancora spazio per chi presenta in modo errato ed ingannevole le pietre preziose?

Antoinette Matlins: Sì. Chi si rende colpevole di false dichiarazioni sa bene come “truffare” il proprio pubblico, è bravo a “conquistare la fiducia delle proprie vittime”.
A peggiorare la situazione, c’è da dire pure che questi astuti venditori forniscono “documentazioni” – questo gli acquirenti non lo capiscono – che non sono che rapporti fasulli emessi da società fasulle. La maggior parte del pubblico non sa nemmeno che per verificare la bontà d’un acquisto c’è bisogno di un perito.

IGR: In base alle sue conoscenze, quali sono le persone più soggette alle truffe derivanti da valutazioni errate o sovrastimate di pietre preziose?

Antoinette Matlins: Non è che ci siano dei tipi particolari di persone più esposte di altre ma di solito si tratta di persone in avanti con gli anni, con fondi pensione redditizi oppure di pensionati. Gli schemi di investimento in gemme si rivolgono a persone benestanti, particolarmente durante i periodi di instabilità dei titoli e di ampia fluttuazione del mercato azionario, quando l’attenzione inizia a essere posta verso possibilità di investimento alternative.

IGR: Quale dovrebbe essere la reazione del comparto gemmologico e degli operatori?

Antoinette Matlins: Il mondo gemmologico deve agire immediatamente per smascherare questa truffa, così come altre attività fraudolente che dilagano su internet, come quella dell’ametista verde! Chi volesse avere ulteriori conferme su ciò che ha acquistato non sa dove andare a trovare l’aiuto di esperti con regole di condotta etiche e professionali come quelle dell’Accredited Gemologists Association negli Stati Uniti e altre fonti a livello internazionale come la Rivista Italiana di Gemmologia (IGR)!

IGR: Alla fine sembra che la gente comune sia lasciata indifesa…

Antoinette Matlins: L’ignoranza tra i consumatori presi di mira dalla pratica scorretta dei report e delle documentazioni inesatte che sopravvalutano le pietre preziose è un grande problema. L’unica soluzione è che i professionisti in grado di smascherare le frodi garantiscano l’informazione, attraverso una massiccia campagna mediatica, sulla stampa, alla radio e in TV! Non abbiate paura di prendere il telefono e chiamare i vari media per chiedere di parlare con gli editori denunciando le grandi truffe internazionali. Di queste cose il pubblico deve essere informato.

IGR: È sorprendente che i media abbiano dato risalto alla fake news del rubino che si presumeva da record. La stampa è responsabile di questa rappresentazione sbagliata? I media possono aiutare?

Antoinette Matlins: I media sono ignoranti quanto il pubblico. Ma sono soprattutto le fonti d’informazione meno autorevoli ad inciampare in questo genere di situazioni.

IGR: Com’è possibile che nessuno abbia controllato?

Antoinette Matlins: I principali media – New York Times, London Times, Wall Street Journal, network televisivi come la CNN, la BBC e numerosi canali negli Stati Uniti, eccetera – sono risorse importanti perché di solito intraprendono azioni di verifica e sanno come cercare esperti di un determinato settore. C’è sempre la possibilità di contattare le fonti informative affidabili e cercare il loro aiuto per smascherare le frodi.
Quando dico che è urgente una campagna aggressiva e capillare parlo per esperienza personale. Bisogna allertare il pubblico e smascherare le frodi per evitare ad altre possibili vittime d’andare incontro alla rovina finanziaria e di distruggersi la vita.


Steve Ulatowski: «Da commerciante di gemme grezze dico che è folle assegnare a rubini con zoisite prezzi dell’ordine di milioni»

Steve Ulatowski è uno dei più stimati conoscitori e commercianti di materiali preziosi grezzi. Conosciuto in tutto il mondo grazie all’attività quarantennale della sua azienda New Era Gems, ha avuto modo di visitare con continuità, tra i vari siti estrattivi, l’area di Longido dalla quale importa con regolarità grezzi di rubini con Zoisite.

Steve Ulatowski.

IGR: Rubini di grandi dimensioni non trasparenti con zoisite sono prodotti ampiamente disponibili sul mercato?

Steve Ulatowski: Sì, hanno valore come materiale da intaglio o per sculture, pezzi per collezionisti e, ultimamente, si stanno impiegando i grezzi più grandi per ottenere gemme che possono essere tagliate al di sotto dei 2 mm. Pur non essendo facili da trovare, pezzi di grandi dimensioni (oltre 5 chili) ce ne sono e a volte sono molto richiesti soprattutto per incisioni, intagli e sculture.

IGR: La presenza di zoisite indica una provenienza specifica?

Steve Ulatowski: Non mi risulta che il rubino e la zoisite provengano da nessun’altra località oltre Longido, in Tanzania.

 

Esemplare di grezzo di ottima qualità di rubino con zoisite, fornito da Steve Ulatowski: arriva a pesare fino a 35 kg. (Foto: Steve Ulatowski/New Era Gems)

IGR: Secondo la sua esperienza, quale può essere il prezzo di questi esemplari di rubino zoisite di qualità non trasparente? Si tende ad associare questi nomi a valori elevati anche quando gli esemplari non sono né rarità da collezione di minerali né adatti a essere utilizzati in alta gioielleria?

Steve Ulatowski: Per il materiale migliore in assoluto, in pezzi più grandi, il prezzo più alto che abbiamo mai registrato all’ingrosso è stato di 1.000 dollari al chilo. Parliamo di un pezzo esagonale perfetto, venduto come esemplare da collezione, di 20 kg circa. Certo, il pubblico ritiene che zaffiri e rubini abbiano generalmente un valore sempre elevato anche quando hanno caratteristiche comuni.

IGR: Che lei sappia, il materiale di rubino solido di Longido con zoisite ha mai prodotto esemplari estremamente attraenti che mostrano un’eccellente trasparenza del rubino o altre caratteristiche di qualità?

Steve Ulatowski: In rare occasioni abbiamo visto e acquistato esemplari di qualità gemma, da poter faccettare, fino a quasi 2 grammi. Il materiale è generalmente piatto e finisce con l’essere eccessivamente scuro, tanto che tagliando qualsiasi cosa sopra i 3 carati il colore appare eccessivamente saturo. Se si considera l’enorme volume che abbiamo acquistato e venduto, ben oltre le 100 tonnellate, il fatto che io abbia visto e acquistato solo circa 6 pezzi di questo tipo ci fa capire quanto questi siano rari. Inoltre, come detto in precedenza, si sono visti alcuni esemplari provenienti da Longido per collezionismo o per uso scultura di qualità eccellente. Vengono fuori anche cabochon interessanti.

IGR: In definitiva, dove collocare questo specifico rubino nel più vasto campo del commercio delle gemme?

Altro esemplare di grezzo di ottima qualità di rubino con zoisite, fornito da Steve Ulatowski. (Foto: Steve Ulatowski/New Era Gems)

Steve Ulatowski: Il rubino associato alla zoisite ha il suo posto, e un posto meraviglioso nel settore delle gemme. Il materiale di dimensioni superiori ai 500 grammi viene consumato con la stessa velocità con cui viene prodotto. Pertanto, i prezzi possono salire, dall’attuale prezzo all’ingrosso, di 200–400 dollari al chilo, per una buona qualità. Tuttavia, i prezzi non potranno mai raggiungere milioni di dollari. Questa sarebbe semplicemente una follia.

IGR: A volte questa follia si realizza, come dimostra il caso del rubino “Burj Alhamal”, stimato 120 milioni di dollari. L’industria e gli operatori del settore possono fare qualcosa per prevenire le false rappresentazioni e le truffe nelle valutazioni?

Steve Ulatowski: Onestamente non so come. Forse si potrebbe pensare di supportare le perizie con note e documentazioni provenienti dalle vendite precedenti. Sarebbe possibile? Sta di fatto che queste irrealistiche sovravalutazioni provocano disturbo sul mercato. La disinformazione ha fatto sì che qualcuno mi chiedesse di vendere i suoi rubini a Dubai! Chi non è del campo potrebbe arrivare a pensare che chi commercia correttamente da decenni con i rubini di Longido abbia interesse a sopravvalutarli e questo non è accettabile.

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