domenica, Aprile 28, 2024
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Ancora un testo sui diamanti? Sì, ed è imperdibile. “Diamond – The ultimate gemstone”

Cosa ci si può aspettare di nuovo dall’ennesima pubblicazione sul diamante? È uno dei soggetti indagati da innumerevoli pubblicazioni che da sempre ne hanno posto in rilievo le caratteristiche uniche, la sua estrema durezza, considerata da subito perfetta metafora del concetto di indistruttibilità.

Ebbene, la monografia in questione, malgrado la prima impressione di imponenza possa mettere il lettore in soggezione, è un densissimo concentrato di informazioni, probabilmente è il compendio più eterogeneo ed al tempo stesso completo su cui mi sia capitato di mettere gli occhi sinora.

Basti scorrere velocemente l’elenco degli autori che hanno contribuito con la loro messe di conoscenze a riempire di significato le più di 150 pagine che compongono il volume per rendersi conto della portata dell’opera. I 26 nomi degli autori sono tra i più significativi che possano venire in mente quando si immagini il Gotha degli specialisti sull’argomento. Chiedete ad ognuno un contributo secondo le proprie specifiche competenze in materia. Calibrate sapientemente il tutto ed avrete un percorso ideale che si snoda tra scienza e cultura, storia e tradizione, mercato e geopolitica, un tracciato straordinariamente esaustivo, eppure mai ridondante e scontato, in cui il lettore sarà preso per mano ed accompagnato a conoscere la forma più compatta del carbonio osservandola dalle sue angolazioni più diverse.

Il viaggio inizia ripercorrendo nel dettaglio la storia del diamante, a cura di Gloria Staebler (anche editrice della monografia e della collana LAPIS) e Claire Mitchell.

Le due autrici sono qui riuscite ad essere formalmente impeccabili senza mai indugiare nel superfluo o scadere nella mera elencazione degli eventi; la ricca dotazione aneddotica ha certamente consentito una fluidità notevole, priva di pause o inciampi.

Una monografia simile non può poi prescindere da una seria ed esaustiva trattazione dei processi geologici che hanno portato alla formazione del diamante ed alle fasi di rinvenimento. Sebbene l’articolo del Dr. Janse fornisca un quadro completo e dettagliato in merito, nonché un’interessante e precisa sezione statistica sull’attività estrattiva per nazione e negli anni, troveremo numerosi ulteriori riferimenti alla genesi del diamante anche negli altri contributi inclusi nel testo.

“The magnificent mineralogy of diamond” di J.A. Jaszczack e K. Dunnell riassume in 11 pagine, corredate di magnifiche fotografie e schemi, i concetti relativi a struttura e morfologia del diamante, soffermandosi sulla comparazione con la grafite e su alcuni aspetti di solito meno trattati come le geminazioni, i diamanti fibrosi e policristallini, caratteristiche superficiali ed inclusioni.
Maximilian Glas, con il suo “Diamonds Studies”, contribuisce ad approfondire l’aspetto riguardante la morfologia del grezzo con una splendida tabella riassuntiva estratta dall’Atlas, Der Diamant, eine studie (1911 – Von Fersman & Goldschmidt), trattando il caso singolare della morfologia cubica rientrante e facendoci conoscere nel dettaglio il particolarissimo esemplare grezzo “Mohs Rose”.

Contrariamente a quanto accade di solito per le gemme di colore, il diamante deve le sue diverse colorazioni nella maggior parte dei casi a imperfezioni nella struttura cristallina più che alla presenza di elementi cromofori in traccia. Questi “difetti” sono al centro oggigiorno di studi molto approfonditi. Partendo dalla classificazione dei diamanti per tipo, l’articolo “On the beauty of defects” di Eloise Gaillou e George R. Rossman ne analizza le cause e descrive in modo molto efficace e conciso i difetti correlati ai vari “fancy colors”.

Inclusioni? A chi affidereste il compito di descrivere per immagini la magnificenza e la spettacolarità del lavoro che madre natura ha compiuto all’interno dei diamanti? Un nome su tutti, John I. Koivula, che, in “Diamond: Intimate portraits”, brillantemente coadiuvato da Elise A. Skalwold, fornisce ulteriore prova della sua impareggiabile maestria regalandoci un compendio di macrofotografie da togliere il fiato che giustificano da sole l’acquisto del volume.

E ancora, chi potrebbe meglio di Jim Shigley riassumere in poche pagine l’importanza del diamante come gemma, integrando sapientemente tutta una serie di nozioni di carattere generale, sui processi di taglio, e metodi di analisi qualitativa? Nel suo “Diamonds as gemstones” troviamo inoltre un omaggio biografico a Robert M. Shipley, Sr., fondatore del GIA, Gemological Institute of America.

Ci basta poi voltar pagina per ritrovarci in Africa, da fine ‘800 la maggiore fonte di diamanti al mondo; ovviamente non poteva mancare un articolo che, al di là delle nozioni risapute e comunemente disponibili altrove, ci fornisce un punto di vista strettamente correlato al territorio ed ai vari giacimenti esaminati per nazioni produttrici, mediante un tributo a Tom Clifford, il primo ad aver fatto una scoperta che ha cambiato radicalmente il metodo di prospezione geologica nell’intero continente (“Diamonds in Africa” – Nick Norman).

Se l’Africa rappresenta in parte il passato, la Russia, soprattutto in seguito al parziale ridimensionamento di DeBeers ed al conseguente exploit di Alrosa, si colloca oggigiorno centralmente nel panorama produttivo diamantifero, e non è quindi una sorpresa trovare un’ampia sezione specificatamente dedicata (“Diamonds in Russia” – Dr. Viktor K. Garanin, Dr. Galina Y. Kriulina).

E che dire degli approfondimenti? Aspetti ed argomenti spesso inspiegabilmente trascurati nei più diffusi libri sul diamante ottengono in questa monografia un giusto riconoscimento. Così, se vogliamo conoscere a fondo una delle più importanti, singolari e produttive miniere al mondo, quella di Argyle, in Australia, non dobbiamo fare altro che seguire John Chapman che ci svelerà tutti i segreti del giacimento più prolifico di rarissimi fancy color rossi, rosa e non solo.

Ben due articoli sono poi riservati ai giacimenti statunitensi. “Crater of diamonds – The natural State’s Gem of a park” di Michael Howard ci illustra storia, geologia e tradizione della miniera forse più nota degli USA. La località nell’Arkansas è infatti l’unico giacimento di diamanti del pianeta dove chiunque, pagato il biglietto d’ingresso, può sfidare la sorte tra le sabbie e i ciottoli alla ricerca di diamanti che, in caso la fortuna lo assista, potrà tenere per sé.

Il secondo contributo, “Colorado Diamonds” del Dr. Terry D. Wallace, Jr. ci racconta come, da un’operazione orchestrata a fine ‘800 da una coppia di scaltri truffatori che avevano millantato la presenza di ricchi giacimenti nell’area a nord-ovest del Paese per raggranellare investimenti, si sia giunti, quasi per una beffarda coincidenza, al rinvenimento, solo dopo la metà degli anni ’60 del secolo scorso, di un reale giacimento che, però, non ha mai brillato per produzione rimanendo a tutt’oggi poco più che una curiosità geologica.

A questo punto, troviamo allora il doveroso contributo riguardante la produzione di diamanti sintetici. “Laboratory-grown diamonds” del Dr. James E. Butler e Dr. Boris N. Fiegelson ripercorre con piglio pragmatico una delle sfide tecnologiche più ardite del secolo scorso avvalendosi di efficaci schemi, tabelle descrittive e foto di notevole impatto.

Da segnalare infine, a completamento dell’opera, due articoli singolari: “Diamonds in the sky” di Emma Bullock che ci introduce nell’intrigante mondo dei diamanti di provenienza extraterrestre e “Diamond Heist”, di M. Tyler Funk, un interessantissima raccolta aneddotica delle più famose rapine e furti a livello mondiale riguardanti diamanti. Conclude il tutto una ricca ed utilissima sezione bibliografica.

In conclusione, “Diamond – The ultimate gemstone” non è solo una completa, organica ed esaustiva monografia sulla regina delle gemme ma anche uno splendido e ricchissimo caleidoscopio fotografico il cui contenuto non è mai banale. Anche i più esperti addetti ai lavori potranno trovare interessanti nozioni raramente pubblicate altrove che qui, grazie alla asciutta e mai leziosa tecnica narrativa, si fanno scorrevoli e accessibili anche ai semplici appassionati non professionisti.

“Diamond – The ultimate gemstone”
Volume nr. 19 della serie “Lithographie Monograph”
Autori vari
Pubblicato ad Arvada, Colorado (Stati Uniti) da Lithographie LTD nel 2017.
152 pagine, formato A4
ISBN: 9780983632351

Disponibile in lingua inglese su www.lithographie.org al costo di 40 $.

 

 

 

 


Sulla serie “Lithographie Monograph”

Diciotto anni fa, Gloria Staebler, commerciante di minerali e consulente per piccole imprese, accettò di conservare un piccolo stock di libri e riviste per l’editore tedesco Christian Weise (Lapis) nel suo magazzino di Tucson. Alcune delle casse contenenti i libri furono inavvertitamente mescolate con quelle dei minerali e, quando Gloria tornò a casa nel Connecticut, rimase stupita nello scoprire che per quei testi, sebbene fossero in tedesco, tra gli appassionati, ci fosse una effettiva richiesta. Seguirono negoziati con Weise e, in breve tempo nacque Lithographie Ltd., la serie di Monografie di Minerali ebbe inizio.

L’intento iniziale era quello di tradurre semplicemente la serie tedesca, splendidamente illustrata, ExtraLapis; tuttavia Gloria si rese immediatamente conto che per dare un respiro internazionale ed un approccio più ampio ai testi fosse necessaria anche una completa rieditazione dei contenuti. Nuovi autori, editori e fotografi vennero chiamati ad integrare e aggiornare i primi libri della collana in lingua inglese. Nel corso del tempo, le monografie si sono trasformate in una serie originale che, come la sua controparte tedesca, si basa ancora su immagini e qualità di stampa senza precedenti, tali da poter far apprezzare appieno la scienza e l’estetica di minerali e pietre preziose.

Man mano che le monografie si sono evolute includendo contenuti scientifici trattati in modo accessibile, con riferimento ai contesti storici e articoli dedicati alle situazioni del mercato, anche la missione di Lithographie, Ltd. si è trasformata da semplice ausilio per la comunità di appassionati di minerali a punto di riferimento editoriale per il settore dei diamanti e delle pietre colorate. Questo ha portato ad un cambio di prospettiva di Lithographie nel panorama editoriale grazie al nuovo potenziale delle sue pubblicazioni nella comunità delle pietre preziose e ciò ha conseguentemente generato la richiesta di edizioni aggiornate di alcuni dei volumi più popolari della serie, purtroppo oramai fuori catalogo, tra cui Emerald (n. 2) e Opal (n. 10). La ventesima monografia della serie, Rubellite, è prevista per il 2019 a Tucson.

Di Alberto Scarani, pubblicato su IGR – Rivista Italiana di Gemmologia n. 5, Autunno 2018

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